Daverio: “Nessuno ha capito che da Napoli a Palermo c’è la California d’Europa”


Philippe Daverio, storico dell’arte, docente universitario e volto noto della tv, è stato chiamato a partecipare dall’Ordine degli architetti come testimonial al convegno “Architettura, arte e bellezza” che si è tenuto ieri alle 11 all’Unione Industriali a Palazzo Partanna in piazza dei Martiri.

Daverio ha raccontato l’arte in televisione, ha fatto appassionare gli italiani alle bellezze del Bel Paese e ieri ha dato una lezione su “Il valore della bellezza”.

Il Centro direzionale di Napoli, – ha dichiarato a Repubblica.it – apparentemente corbusieriano avanzato, funziona come armonia quando ci passi sopra in aereo, nel vedere la città assolutamente futura e il Vesuvio insieme. Ma se ci vai dentro, manca la cura del dettaglio di tipo chirurgico che lo leghi al resto dell’impianto“.

Si è espresso anche sulle polemiche sull’albero di 40 metri che verrà installato sul lungomare: “Temporaneo non è grave. E va bene. È molto più grave dal punto di vista dell’armonia istituire una Ztl sulla strada degli alberghi, perché ha mutato gli equilibri: un posto dove si passeggia è un boulevard, e il lungomare di Napoli non lo è. E un grande albergo dove non si ferma un’automobile non è armonico. Migliaia di volte abbiamo visto nei film ambientati a New York le auto ferme all’ingresso del Marriott Marquis. È diventato un morfema, nel nostro linguaggio visivo. Uno stile che possiamo anche alterare, ma bisogna trovarne uno altrettanto forte. Il lungomare la domenica funziona, ma il resto della settimana è un cadavere“.

E sulla fuga di cervelli campani all’estero: “Nessuno ha ancora capito che da Napoli a Palermo c’è la California d’Europa. La California americana ha tutto, dal turismo alle pere ma anche Silicon Valley. E poi la grande questione aperta che è il restauro del passato: riconsiderarlo, tenere la parte di qualità, ma anche demolire. Le case intorno a Oplonti o Ercolano, ad esempio. Napoli ha i numeri per dichiararsi laboratorio in questo“.


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