Raccoglievano abiti per i poveri e li vendevano all’estero: scoperto sistema tra Trieste e Caserta


Per mesi, a partire dal dicembre 2014, raccoglievano abiti usati da destinare ai poveri, ma poi li rivendevano all’estero. La Guardia di Finanza di Gorizia ha scoperto un sistema che aveva in Campania, a Caserta, il suo fulcro, ma che operava anche ad Udine, Gorizia e Trieste. In queste città, infatti, venivano affissi, senza alcuna autorizzazione comunale, dei volantini recitanti “Aiuto Italia” e “Partito dei Poveri”, con cui si esortavano i cittadini a donare abiti usati da destinare ai bisognosi.

La finalità, però, era tutt’altra. Gli abiti, infatti, dopo essere stati raccolti, venivano immessi su un furgone  (impiegando, a turno, in cambio di una misera ricompensa, afghani e pakistani richiedenti asilo) e trasportati in un deposito nascosto, per poi viaggiare (con falsi documenti) fino alla provincia di Caserta. 

Qui, la “merce” veniva selezionata, divisa per tipologia e poi venduta all’estero, sia in Paesi comunitari che extracomunitari.

Il traffico è stato scoperto dalle fiamme gialle di Gorizia, insospettitesi per questi misteriosi volantini, e attraverso pedinamenti, telecamere e quant’altro, hanno ricostruito le varie fasi dell’operazione. 

Dalle indagini è emerso che, dal 2014 al 2016, sono state raccolte 120 tonnellate di indumenti usati, fatturando circa 2 milioni di euro.

Denunciati i due organizzatori della ‘truffa’, residenti tra le province di Como e Monza Brianza, il titolare dell’impresa di trasporto e l’amministratore della società casertana (questi due residenti nel napoletano).

 


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