Linfedema, la Campania è la regione più colpita: 40mila ammalati ogni anno


Secondo i dati diffusi dall’OMS, crescono in italia i casi di persone colpite da linfedema: oltre 40 mila ogni anno. Numeri che aumentano soprattutto in Campania, una delle regioni più colpite.  Le cause sono da ricercarsi specialmente nell’aumento del numero di obesi, i soggetti più a rischio. Sono 200 mila le persone colpite da linfedema primario (quindi ereditario e localizzato agli arti inferiori), 150mila quelle colpite da linfedema secondario (arti superiori) legato spesso a trattamento chirurgico o radioterapico a seguito di un tumore. I dati sono tuttavia approssimativi  perché, anche a causa della mancanza di un registro ad hoc non si riesce ad avere un monitoraggio preciso. Sono principalmente le donne ad essere maggiormente colpite, in un’età che va dai 20 ai 30 anni.

Il linfedema è una patologia cronica, progressiva e altamente invalidante – spiega la dottoressa Angela Piantadosi, componente del comitato scientifico “Sos Linfedema Onlus” – ed è suddivisa in 4 stadi, la cui principale caratteristica è il rallentamento della circolazione linfatica, con accumulo di linfa e aumento del volume e del peso dell’arto o del segmento corporeo colpito, che comporta anche molti problemi psicologici e compromette notevolmente la qualità di vita del paziente. Dalla mancanza di un’assistenza omogenea ed adeguata sul territorio nazionale deriva la presa in carico degli ammalati, che comunque cercano una risposta ai loro problemi, da parte di personale, anche non sanitario, scarsamente formato”.

Una delle cause del linfedema, come detto, è l’obesità. “In questi casi – spiega la nutrizionista Adriana Carotenuto – l’alimentazione dev’essere ipocalorica. Meglio aumentare il contenuto di fibre nella dieta, di legumi, frutta fresca, cereali integrali e frutti di bosco. Bisogna bere 2 litri di acqua al giorno e ridurre drasticamente il sale. In alcuni casi è consigliabile l’utilizzo di integratori flebotonici, drenanti e basificanti“.


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