San Giorgio. Traffico d’armi con l’isis: ecco le tre mail che inchiodano la dama nera


Lo scorso mese di gennaio, a San Giorgio a Cremano, i due coniugi Mario Di Leva e Annamaria Fontana furono fermati dalla DDA per traffico d’armi tra Italia, Iran e LibiaNuove vicende sono emerse da questo caso e, Annamaria Fontana “la dama nera” è al centro di queste: ad incastrarla ci sono tre mail che fanno riferimento a forniture di armi con la Libia, destinate alla fazione capeggiata dall’ex premier islamista del dissolto governo di salvezza nazionale libico Khalifa Al-Ghwell.

“La dama nera”, come riferisce Il Corriere Della Sera, durante un interrogatorio che si è tenuto nei giorni scorsi davanti al PM Maresca ha negato che sia stata lei ad inviare le suddette mail. Queste risalgono tutte all’anno 2015 e la prima riporta la data del 20 aprile:Salim e Mahamud, guardate l’allegato. Loro ci hanno informato. Vi prego, sapete di non creare ambiguità altrimenti saranno problemi per tutti”

La seconda risale al 12 maggio e su questa si legge: “Caro fratello dovresti sapere che per i tuoi prodotti è tutto ok. Il grande problema che io ho risolto è l’utilizzatore finale e tutte le certificazioni circa l’utilizzo per la difesa e non per l’attacco. Per far questo sono stata a Tripoli 3 volte. Con una delegazione italiana e con molte difficoltà ho risolto con Kalifa. Kalifa ha firmato il certificato di destinazione finale per la nostra società e tutti i certificati e dopo noi li abbiamo dati all’impresa produttrice. In Kiev noi abbiamo pagato l’intero importo per tutti gli end user ed abbiamo stretto una collaborazione con la nostra società. A causa della situazione in Libia i tempi del trasporto sono ora molto segreti e sensibili.”

Nell’ultima inviata sempre da Annamaria Fontana, la data indicata e del 20 maggio, si legge: “Attualmente la situazione nel paese è nota a tutti… È stato sostituito il premier Omar Al sassi. È stato nominato premier il nostro amico Kalifa che nella qualità di ministro della difesa ci ha formato dichiarazioni e ordini…Il nostro problema è solo finanziario in quanto la Tunisia si è schierata con Tobruk e Kalifa per pagare deve usare solo banche in Turchia che riconoscono il governo di Tripoli. Il tempo perduto è solo per spostare capitali ad Istanbul. Considera che ieri hanno preso in ostaggio 172 cittadini tunisini ed all’aeroporto di Tunisi hanno arrestato un capo delle milizie libiche. Noi avevamo tutto quadrato con banca in Tunisia e per i motivi che ti scrivo abbiamo dovuto riorganizzarci a nostra volta”

Queste mail a seguito di un’informativa della Guardia di Finanza di Venezia sono state trasmesse al Pm della DDA di Napoli nonchè titolare dell’indagine sui due coniugi, Catello Maresca, cordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.


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