Giornalista minacciata dalla camorra rinuncia alla scorta per aiutare i bambini


Il clan dei casalesi non le fa paura, piuttosto teme di dover abbandonare i suoi impegni nel volontariato e le sue inchieste. Già, perché Marilena Natale, minacciata implicitamente di morte dagli Schiavone, fa la giornalista: una che i criminali anziché rifuggirli, li insegue con le sue indagini tra omicidi, collusioni e rifiuti tossici. Per farlo, però, deve poter agire indisturbata, senza orari e senza la responsabilità di avere delle altre vite – quelle della scorta assegnatale – a sporcarle il taccuino di sangue più che d’inchiostro.

Penso alla grande responsabilità che avrei se dovesse accadere qualcosa agli agenti assegnati alla mia protezione“. Così la dottoressa Natale ha spiegato, in una lettera rivolta al prefetto di Caserta Arturo De Felice, le motivazioni che l’hanno portata a chiedere che la scorta assegnatale d’urgenza dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza di Caserta – dove opera – le fosse tolta. Ufficialmente si chiama Rinuncia al provvedimento di tutela.

Un provvedimento scattato subito dopo che la Procura della Repubblica di Napoli, sabato scorso, ha intercettato alcuni affiliati al clan Schiavone, incarcerati, mentre parlavano proprio della giornalista del canale televisivo “+ N”. Possibile che al clan dei casalesi non vada giù il suo forte sostegno a favore della realizzazione di un impianto di compostaggio, che dovrebbe sorgere proprio a Casal di Principe.

Ma non sono tutti rivolti al suo lavoro i numerosi impegni di Marilena Natale: “Da qualche tempo – affidataria di una bambina con gravi problemi di salute – mi occupo di bambini affetti da neoplasie gravi e spesso terminali, che la tutela alla mai persona – per quanto svolta in modo discreto – limiterebbe. Infatti, spesso sono costretta a raggiungere in modo celere i presidi ospedalieri, anche di notte, e quindi non avrei tempo per avvertire gli uomini della scorta“. Di notte, infatti, quest’ultimi non lavorano.

Molto probabilmente, tuttavia, non sarà questo grande impegno nel volontariato a far annullare l’assegnazione di agenti a tutela della sua incolumità, nonostante le minacce del clan dei casalesi siano state finora “solo” velate.


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