Ultimo allarme di Veronesi: “In Campania situazione drammatica, tumori e alta infertilità”


Negli ultimi mesi di vita, Umberto Veronesi aveva lavorato giorno e notte al suo ultimo lavoro: la prefazione al libro “L’inquinamento ambientale, riflessioni normative e bioetiche”.

Ancora una volta, il padre dell’oncologia italiana punta i riflettori su Taranto e sulla Terra dei Fuochi, per sensibilizzare le coscienze umane all’accettazione e alla comprensione della forte correlazione tra inquinamento ambientale e neoplasie. Ecco quanto messo in evidenza da Il Corriere del Mezzogiorno: “Sono situazioni drammatiche in cui la necessità di creare gruppi di ricerca dedicati è stato il primo pensiero di noi scienziati. Nel caso dei rifiuti tossici in Campania, avallato anche da un noto editoriale di Nature, di fronte all’0bbrobrio delle ecomafie, dello sversamento di rifiuti tossici nell’ambiente, delle gestioni industriali scellerate, una seria analisi epidemiologica, è il primo passo per riconoscere le sostanze pericolose, identificare le responsabilità, proporre soluzioni”.

Il libro è una raccolta scientifica voluta dalla Fondazione Veronesi, rivolto a tutti quei negazionisti che continuano a sottovalutare lo strano tasso di mortalità in Campania e in tutte le altre zone ricche di veleni.

Nell’introduzione del libro, curata da Maurizio de Tilla e Lucio Militerni, si leggono dati sconcertanti: “Nel 2006 in Italia sono scomparsi nel nulla rifiuti industriali che, se stipati uno sopra l’altro in cilindri, avrebbero dato vita a una montagna alta 4000 metri come il Monte Rosa”. In Campania, ne arriverebbero “circa 6000 tonnellate al giorno in regime di evasione fiscale che vengono smaltiti illegalmente avvelenando aria, acqua e terra” e ogni anno scompaiono circa 30 milioni di scorie industriali tossiche.

L’oncologo del Pascale, Antonio Marfella, spiega che fine fanno questi rifiuti, nel capitolo del libro ‘Patocenesi delle malattie umane da lapidazione ambientale’: “Almeno un milione di tonnellate l’anno è rientrata in Campania sui Tir che trasportavano i rifiuti urbani in altre regioni. Accadeva durante le periodiche emergenze rifiuti che ci hanno colpito. Sovrapponendo il trasporto dell’immondizia domestica verso il Nord con il rientro di pericolosi veleni industriali spesso a bordo degli stessi camion”.

Un vero e proprio traffico di veleni, durato almeno 7 anni (dal 1993 al 2000) di cui oggi si vedono le estreme conseguenze nei luoghi più colpiti (area a Nord di Napoli e Casertano). Qui, infatti, è stato accertato che c’è una maggiore incidenza tumorale, specialmente quella infantile, e con mortalità elevata.

Un altro studio condotto dal dottor Luigi Montano, inoltre, ha rivelato che a Napoli c’è una percentuale più alta di infertilità rispetto al resto d’Italia (dal 10 al 17% in più).

Come si può ancora negare che ci sia una correlazione tra le parti?


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