Raffo Art si racconta: “I muri di cemento di Ponticelli sono stati il mio trampolino”


Il Graffiti Writing è una manifestazione sociale e culturale diffusa in tutto il mondo. Ha raggiunto la sua prima maturità stilistica a metá degli anni ottanta. Raffaele Liuzzi, in arte Raffo Art, contemporaneo artista di questa corrente, nato nella periferia est di Napoli, grazie al suo impegno e alla sua bravura è diventato un noto writer, senza mai distaccarsi dalle sue radici e portando Napoli anche all’estero.  Gli abbiamo fatto alcune domande relative alla sua formazione, al suo lavoro e alla sua cittá.

Sei un artista molto affermato ovunque, nato e cresciuto a Ponticelli. Ti ha aiutato il luogo di origine o al contrario sei stato svantaggiato per questo?

Aiutato. Partendo dal “grigiore” che ti circonda quando hai una passione dentro ciò funge da stimolo, da sfida. I muri di cemento a Ponticelli sono stati il mio trampolino di lancio.

Hai mai avuto la sensazione che chi fosse a conoscenza delle tue origin potesse ostacolare la tua affermazione?

Si viene facilmente etichettati: io ero il ragazzo del “Bronx” di Ponticelli. Ma rappresenti quei ragazzi che vogliono emergere e ci riescono. Negli anni di formazione frequentando l’ Accademia delle Belle Arti percepivo una doppia realtà: i “colori” a Napoli e il “grigiore” in periferia nel ritornare a casa. La mia prima esperienza significativa è un progetto che si chiamava l’ ”Urlo dei partenopei” nato nel 2008 in piena “emergenza rifiuti”. Un “Urlo di
Munch” su una tela che gridava tra i rifiuti.

Parlaci nel dettaglio di questo interessantissimo progetto in cui ti sei ispirato a celebri opere della Storia dell’Arte.

C’era una fortissima attenzione mediatica sull’emergenza rifiuti e soffrivo nel vedere che su tutte le copertine del mondo venivamo rappresentati solo per le cose negative. In quell’ “urlo” di sgomento mi autoritrassi quale cittadino sofferente di una città che chiedeva aiuto. Sullo sfondo il Vesuvio come disperato, colori “scuri”, sacchetti di immondizia. Feci una“Gioconda” e “Topolino” che facevano la raccolta differenziata. Volevo attenuare il “nero”
che ci rappresentava.

Quanto pensi possa fare l’ arte per sensibilizzare queste tematiche attualissime comelo smaltimento ed il riciclaggio dei rifiuti urbani?

Una immagine vale più di mille parole e con essa puoi arrivare alla massa. Disegnavo ad esempio su un palo dell’ illuminazione elettrica, in prossimità di un semaforo, dove ci si doveva fermare necessariamente e si carpiva l’ attenzione o in una stazione dove transitano migliaia di persone al giorno.

Ci racconti qualche episodio, positivo o negativo, della tua infanzia oppure adolescenza a Ponticelli che ti è rimasto impresso e che ha caratterizzato in parte il tuo carattere?

Quando scendevo da casa con le bombolette, sembrava quasi come se possedessi una pistola. Le persone erano incuriosite, era una cosa nuova, insolita allora, poi nell’ arco di qualche anno mi veniva portato il caffè mentre dipingevo.

Quando hai detto a te stesso: “ora prendo una bomboletta e dipingo”?

Fu allora ma già all’ età di tre anni disegnavo.

Che consigli daresti a chi vorrebbe intraprendere questo tipo di carriera ?

Quando si ha qualcosa da raccontare, la passione, la forza di esprimersi e si crede nei propri sogni allora ci si realizza. Inoltre ho cercato di farmi pubblicità in modo gratuito regalando  opere a personaggi famosi come Hamsik e arrivare ai calciatori è stato coronare il sogno di milioni di tifosi ovunque. Sono stato a Malaga e a Lugano di recente, e anche se sono piccole cose per me rappresentano passi enormi. La mia arte mi porta a sconfinare e poter raggiungere un napoletano che vive estero, dargli un’ emozione non ha prezzo.

Raffo Art e Hamsik

Resti sempre legato affettivamente e artisticamente alla tua città.

Le mie radici sono saldissime, il Vesuvio è dentro il mio carattere “esplosivo”, guardando un “mio” Vesuvio dentro c’e sempre un tratto di me.

C’è un’ opera a cui tieni particolarmente ?

Un murales, adesso in cattive condizioni che rappresenta “Cobra”, Sylvester Stallone, si trova presso la scuola “Bordiga” di Ponticelli.

Se tu dovessi descrivere in poche parole Napoli e i napoletani cosa diresti?

Come altri grandi prima di me hanno detto: Napoli è “mille culure”. Siamo unici, tutto il mondo lo sa e un po’ ci invidia.

Quali sono i tuoi progetti futuri ?

Una mia mostra personale di graffiti realizzati su tela e cose televisive in progetto.

Ci saluti con una frase oppure con una parola che tu usi spesso in napoletano ?

Dico sempre “State a casa vostra”.

Devi dirla in napoletano però.

“Stateve ‘a casa vostra”.


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