Afragola, imprenditore ucciso in auto: la mano della camorra sulla TAV

omicidio scientifica


Ci sarebbe la camorra dietro l’assassinio di Salvatore Caputo, imprenditore di Afragola freddato a colpi d’arma da fuoco pochi giorni fa mentre era all’interno della sua auto. La spartizione delle somme di danaro che dovrebbero servire a riqualificare i quartieri del comune napoletano interessati dai lavori della linea di trasporti pubblici ad alta velocità, la TAV.

Secondo le ultime piste seguite dagli inquirenti, infatti, la “colpa” di Caputo – sospettato di essere il braccio pulito del clan di camorra dei Moccia (di cui sarebbe anche cugino) – sarebbe stata quella di aver messo le mani sui 100 mila euro stanziati dalle Ferrovie dello Stato e gestiti dall’amministrazione comunale di Afragola per la riqualificazione dei quartieri Saggese e San Marco, letteralmente sventrati dai lavori per la TAV.

La stessa vittima – come riportato dall’edizione online del quotidiano IlMattino.it – aveva già preso contatti con altri imprenditori per l’assegnazione degli esercizi commerciali che sorgeranno sotto un’apposita galleria; quindi si pensa stesse gestendo e soprattutto spartendo i finanziamenti statali a proprio piacimento. Una gestione che non deve essere piaciuta ai suoi killer, a cui le forze dell’ordine in queste ore stanno cercando di dare un nome e un volto. Tra le ipotesi più accreditate ovviamente quella che si possa trattare di affiliati di qualche clan di camorra rivale.


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