Chiaia, racconto choc di una donna: “Erano in 3, mi tenevano ferma e…”


L’associazione “NON UNA DI MENO”, che si occupa di violenza sulle donne, ha pubblicato sulla sua pagina facebook il racconto di Camilla, una donna di 35 anni che ha denunciato con un post la violenza subita a Napoli.

“Poco fa, a Napoli, in via San Pasquale di Chiaia 24, sono stata aggredita. Sono uscita a buttare la spazzatura perchè volevo evitare di dover uscire domani con valigia pesante e sacchettone e, mentre rientravo, tre stronzi si sono infilati con me nel portone.”

Mi hanno tappato la bocca e spinto in un angolo dell’androne, che è grande e buio e pieno di anfratti e hanno cominciato a toccarmi, mettendomi le mani dappertutto. Per fortuna avevo pantaloncini e body e questi cazzoni non sono stati capaci di aprirlo.”

“Non potevo gridare ed in tre mi tenevano ferma, per un orribile attimo ho creduto che sarei stata stuprata lì, senza neanche capire come, e che magari uno di loro aveva l’aids e comunque io non avrei potuto impedirlo ma che per fortuna avevo appena finito il ciclo e quantomeno non sarei rimasta incinta.”

“È curioso quanti pensieri lucidi si possano fare in pochi minuti. Quando la luce automatica si è spenta ho davvero creduto di essere fottuta. Mi ha salvato un ragazzo che scendeva di casa, ha visto movimento ed è venuto a vedere.
Io ho cominciato ad urlare e nonostante il casino (mio e dei tre che avevano iniziato a litigare con il ragazzo) NESSUNO e dico NESSUNO in un palazzo di SEI CAVOLO DI PIANI si è affacciato.”

“I figli della merda se ne sono andati ridendo e dicendo al tipo che anziché intervenire avrebbe potuto partecipare, dandogli del ricchione. Io me ne stavo seduta in terra a coprirmi il seno e a cercare le scarpe che nel casino avevo perso. Il ragazzo mi guardava e non sapeva se toccarmi, non sapeva cosa dirmi e in silenzio si è tolto la maglietta e me l’ha data.”

“Ora sono qui a scriverlo, perchè devo in qualche modo eliminare la vergogna, la paura ma soprattutto la rabbia…
Ho pensato di denunciarli, ma che senso avrebbe? Li ho a malapena intravisti, era buio, e beh, io avevo i pantaloncini corti e un body attillato e non ce l’avrei fatta a sentirmi dire ‘te la sei cercata’… Anche se non lo dicono, alcune persone (forze dell’ordine in particolare) ce l’hanno scritto negli occhi.”
Ma NON VOGLIO tacere.”

“Vorrei affacciarmi alla finestra e gridare che in giro ci sono dei delinquenti vigliacchi che in tre, forti del buio e dell’alcool hanno tentato di stuprarmi dentro un fottuto palazzo con almeno quattro appartamenti per piano e nonostante il trambusto NESSUNO è intervenuto.”

“Voglio dire che no, non ho reagito (eh già, me l’hanno appena chiesto) perchè quando pesi cinquanta chili e tre infami ti tengono ferma contro un muro pensi solo che se ci provi ti prendi anche le botte e io in quel momento ero già triste e con il cuore spezzato per fatti miei e non ho avuto né la forza morale né quella fisica di difendermi.”

Con queste parole piene di rabbia Camilla ha raccontato la sua storia che sarebbe avvenuta ieri sera a via Chiaia. La donna non avrebbe denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine.


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