Tragedia Solfatara, testimone: “Ho cercato di tirarli fuori, ma stavo per svenire”


E’ ancora incredulo Giuseppe Valentino, un videomaker pugliese che martedì si trovava nella Solfatara di Pozzuoli per girare un video con un cantante, e che ha provato in tutti i modi ad aiutare la famiglia torinese rimasta vittima di uno dei quaranta crateri dell’area flegrea.

In un’intervista rilasciata al quotidiano online Repubblica.it, l’uomo ha raccontato i terribili minuti di una tragedia su cui gli inquirenti continuano ad indagare e che hanno lasciato senza padre, madre e fratello un bambino di soli 7 anni, ora fortemente traumatizzato dall’accaduto.

Dovevamo fare delle riprese per un videoclip nella Solfatara e stavamo aspettando il nulla osta. Io sono andato a fare un giro, un sopralluogo. Ero nella zona della Fangaia, dove c’è un lago che bolle, quando alla mia sinistra ho notato un po’ di agitazione. Due persone erano accovacciate e ho sentito la donna che gridava aiuto. Mi sono avvicinato e c’era anche un bambino che mi ha detto che era caduto il fratello nella buca. Mi sono accovacciato anche io e in quel momento si è calato nel crepaccio l’uomo per tirare fuori il figlio. Non riuscivo a vederlo bene a causa della mia posizione. Il papà è sceso in questa specie di voragine. Era irregolare: come una caverna, partiva non profonda ma poi finiva dove c’era una pozzanghera visibile. Ha tentato di prendere il figlio poi si è girato verso la donna come per chiederle di essere sollevato, la moglie gli ha preso entrambi i polsi, ma l’uomo è svenuto e lei ha perso la presa. Sono stati secondi tremendi, un incubo!”.

Un incubo che, però, non ha fatto desistere il videomaker dal tentativo comunque di intervenire a sostegno della famiglia in difficoltà: “La moglie ha deciso di calarsi anche lei. Le ho detto di non farlo, di aspettare i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare. Voleva raggiungere il marito che era scivolato giù ed era rotolato nell’acqua. Si è buttata, comunque, e ho avuto solo il tempo di dirle di tirare fuori dall’acqua la testa del marito, ma ho visto che ha perso subito i sensi. Non sapevamo del gas. Quando ho visto che la donna stava svenendo, sono entrato anche io in quella maledetta buca. Ma ho sentito subito i gas e ho trattenuto il respiro. Sono arrivato vicino alla donna e ho provato a tirala su per il gomito sinistro, ma non si respirava. Lei era accovacciata. Stavo per svenire, mi sono dovuto arrendere e sono ritornato da dove ero sceso. Per fortuna non era troppo alto. C’erano dei turisti, ho detto loro che non si respirava, quindi sono corso verso l’entrata dell’area vulcanica. L’altro bambino era ancora lì ed era disperato, ma c’erano delle persone che provavano a calmarlo. Sono corso verso l’entrata, a circa duecento metri di distanza, chiedendo aiuto, lo staff della Solfatara stava già arrivando“.


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