Tav Afragola, ipotesi clamorosa: l’intera struttura potrebbe essere abusiva

Foto da zaha-hadid. com


Non c’è pace per la Tav di Afragola. Quella che doveva essere la stazione più bella d’Italia non è ancora decollata nonostante dall’inaugurazione del 6 giugno siano passati quasi quattro mesi. La “Porta del Sud”, costata oltre cento milioni e progettata dall’iraniano Zara Hadid, è adesso al centro di una fitta attività investigativa, con i magistrati della Procura di Napoli Nord che indagano sugli appalti e sulla realizzazione della struttura.

Si è già detto del parcheggio, sequestrato a giugno con l’ipotesi che vi fossero interrati rifiuti tossici, e del bar, chiuso perché senza autorizzazione. Ora, scrive Il Corriere del Mezzogiorno, il sospetto è un altro ed è clamoroso: in un filone di inchiesta si sta cercando di capire se l’opera sia addirittura tutta abusiva. Per farlo, i magistrati stanno comparando le carte bollate che sono state presentate all’epoca dei lavori, datati 4 novembre 2003, con i piani regolatori del comune dell’area nord di Napoli e quelli relativi alle prescrizioni di fabbricazione nelle aree a rischio smottamenti perché sismiche, come sono Napoli e la sua intera provincia.

Per ricostruire tutto, quindi, si deve partire da 14 anni fa, da quando furono autorizzati i lavori. Lavori che già nel 2003 furono bloccati per il ritrovamento di reperti archeologici. All’epoca l’appalto continuò solo per altri 5 anni perché una delle società impegnate consumò i fondi stanziati dalle Ferrovie dello Stato. Nel 2014 il progetto ambizioso fu ravvivato e riattivato, con un bando che prevedeva però l’obbligo di effettuare dei lavori sprint.

Poi, l’inaugurazione a giugno e gli altri fatti noti. Ad oggi la stazione funziona ma non è completata. E difficilmente sarà fatto se non si libererà di questa nera scure amministrativa.


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