Molestie sul lavoro, in Italia 1,4 milioni di donne sono vittime: ma nessuna lo dice


Dal caso Harvey Wenstein a quello Kevin Spacey, passando, in casa nostra, allo scandalo che ha investito Fausto Brizzi e Giuseppe Tornatore. Ad Hollywood – e non solo – è stato scoperchiato il vaso di Pandora: nel mondo dello spettacolo, molte donne sono vittime di registi e produttori violenti.

Un mondo, quello dello show-biz, fatto di luci, ma anche di tante (inquietanti) ombre. In principio fu Asia Argento, tra le prime donne, vittime di abusi sessuali, a raccontare la violenza subita. Da lì in poi si è aperto un gigantesco processo mediatico, che ha coinvolto anche l’Italia.

Quello delle molestie sessuali è però solo una parte sommersa di quell’enorme iceberg che vede le donne vittime di violenze non solo sessuali, ma anche fisiche. Violenze che sfociano nell’omicidio. A tal proposito, l’Istat ha condotto uno studio per capire qual è la reale situazione in cui vivono le donne italiane.

In particolare, lo studio si è soffermato sul fenomeno del femminicidio, la cui questione definitoria è piuttosto complessa. In Italia e nei paesi della UE, infatti, non ne esiste una definizione giuridica, non costituendo quindi uno specifico reato.

Le difficoltà nell’analizzare la violenza sulle donne stanno nel fatto che, molto spesso, gli autori di queste violenze sono membri del nucleo familiare, per cui la denuncia nella maggior parte dei casi non viene portata avanti dalla vittime. Interessante, però, sono i dati riguardanti le molestie sul lavoro, il cui numero è ben più alto di quello che si potrebbe immaginare.

Sulla base della rilevazione svolta nel 2016, si stima che siano un milione 403 mila le donne che hanno subito, nel corso della loro vita lavorativa, molestie o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Esse rappresentano – dice l’Istat – circa il 9 per cento (l’8,9%) delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione“.

Molte sono le donne che sono dovute scendere a compromessi per garantirsi un lavoro: “In particolare, i ricatti sessuali per ottenere un lavoro o per mantenerlo o per ottenere progressioni nella carriera hanno interessato, nel corso della loro vita, 1 milione e 100 mila di donne (1.173 mila pari al 7,5% delle donne con le caratteristiche illustrate sopra)“.

Un numero di donne molestate elevato. Di contro, il numero delle denunce, estremamente basso: “Solo una donna su 5, tra quelle che hanno subito un ricatto, ha raccontato la propria esperienza, parlandone soprattutto con i colleghi (8,1%), molto meno con il datore di lavoro, dirigenti o sindacati. Quasi nessuna ha denunciato il fatto alle Forze dell’Ordine (0,7%)“.


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