Abeti e pini, l’importanza delle loro foreste: a Natale meglio sintetico o naturale?


Nel periodo natalizio le città e le case si vestono a festa e finalmente si tirano fuori gli addobbi per l’albero di Natale. Il cosiddetto albero di Natale di solito è rappresentato da un pino o da un abete.

Ma quali sono le differenze tra questi due alberi?

Precisiamo che il termine Pino (Pinus) si indica un insieme di alberi detti sempreverdi appartenenti alla famiglia delle Pinaceae. Sono detti sempreverdi perché non lasciano cadere le foglie durante la stagione invernale. Al genere Pinus appartengono 120 specie circa.

Gli abeti (Abies), invece sono un genere comprendente 45-55 specie sempreverdi anch’essi facenti parte della famiglia delle Pinaceae. Pini ed abeti sono della stessa famiglia, ma presentano alcune caratteristiche differenti tra loro.

Il Pino presenta aghi riuniti in gruppi da 2,3 o 5 su corti rami detti brachiblasti. Possono avere durante lo sviluppo 3 tipi di foglie:

le giovanili compaiono al primo anno e sono disposte a spirale sul ramo. Hanno una vita di 2 o 3 anni. Le eufille sono squamiformi, mentre quelle finali sono i microfilli o le classiche foglie aghiformi definitive. I pini sono specie definite monoiche. In biologia si riferisce alla produzione sessuale delle piante, ossia gli organi riproduttivi sia femminili che maschili si trovano sulla stessa pianta e i gameti di entrambi i sessi vengono prodotti dalla stessa pianta. Producono le pigne che sono considerate il frutto della pianta che contiene i semi. In Italia sono presenti il pino silvestre, il cirmolo, ed il pino mugo nelle zone alpineIl pino domestico, il pino Aleppo ed il pino marittimo si trovano nelle zone mediterranee. I pini vengono identificati in base alle mazzette di aghi (da 2, da 3 o da 5 aghi).

Gli abeti similmente ai pini hanno foglie aghiformi, ma non sono riuniti sui brachiblasti, sono inseriti singolarmente sul ramo. Anch’essi sono monoici, producono pigne e possono raggiungere dai 10 agli 80 metri d’altezza, mentre il tronco può raggiungere un diametro che va da 0,5 ai 4 metri d’altezza. In Italia le specie più diffuse sono l’abete tipico di Alpi ed Appennini e l’abete Rosso.

Dove possono vivere e come aiutano l’ecosistema?

E’ utile precisare che abeti e pini sono i principali costituenti di foreste e boschi. Si parla di bosco quando si ha una piccola area, mentre di parla di foresta quando si hanno ampi spazi occupati da diverse tipologie di alberi. Si trovano di solito in foreste ubicate in zone fredde. Sono infatti molto comuni in Canada e nel Nord Europa. Queste due specie danno ossigeno al pianeta, ma non solo, grazie alle loro robuste radici trattengono e rinforzano il terreno evitando il fenomeno delle frane.

Eppure lo sviluppo della specie umana non ha mai risparmiato nemmeno gli alberi. Le deforestazioni infatti sono cominciate tanti anni fa nel lontano 1750. Le cause sono state molteplici, come lo sfruttamento intensivo del legname. Nella metà del 19esimo secolo è iniziato lo sfruttamento dei combustibili fossili e per poterlo estrarre le foreste sono state abbattute. Anche l’agricoltura è responsabile dell’abbattimento degli alberi, infatti per costruire i campi di grano le aree vegetali ancora oggi vengono “desertificate”. Tuttavia prendendo coscienza del danno ecologico connesso alla deforestazione tra il 1850 ed il 2010 ha avuto un ruolo di prim’ordine la riforestazione, che ha permesso il guadagno di 386000 chilometri quadrati in foreste.

L’assenza delle foreste purtroppo contribuisce al riscaldamento globale visto che grazie alla fotosintesi gli alberi e le piante sono capaci di creare ossigeno e mitigare la presenza di anidride carbonica nell’aria. Ma nonostante la riforestazione il problema persiste. Il perché risiede proprio nella scelta delle specie piantate per la riforestazione. Gli alberi precedenti abbattuti appartenenti ad una determinata specie non sono stati sostituiti da nuovi alberi della stessa specie di prima, ma sono stati piantati alberi con un valore commerciale alto come il pino silvestre e l’abete rosso.

Queste specie insieme ad altre conifere assorbono meno anidride carbonica e sono meno efficaci nella mitigazione del riscaldamento globale. Le foreste attuali rispetto a quelle del 1750 assorbono 3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2) in meno. Da questo si evince che ci sono alberi e piante che assorbono più CO2 di altre. Ad esempio le piante decidue, (che perdono le foglie d’inverno), ne assorbono di più rispetto alle sempreverdi.

Ma purtroppo esistono ancora oggi zone dove la deforestazione è ancora attiva. Quali sono?

Le foreste russe che rappresentano 1/5 di quelle mondiali a causa delle compagnie di legname asiatiche rischia di scomparire dalla faccia della Terra.

Le foreste del Borneo che sono le più ricche in biodiversità e che hanno consentito la scoperta di 400 specie sconosciute. Sono a rischio deforestazione a causa di interessi commerciali e tagli incontrollati.

Le foreste dei monti Annamiti tra il Laos ed il Vietnam anch’esse ricche di specie ancora sconosciute, importanti per l’ecosistema stanno scomparendo a causa dell’agricoltura estensiva ed il taglio illegale di legname.

La foresta Amazzonica che è considerato un polmone verde del mondo ha subito un forte impatto antropico a causa dell’abbattimento di svariati ettari.

I boschi italiani sono tenuti sotto controllo da più di 50 anni dal WWF che tutela e valorizza il patrimonio naturale in Italia e nel mondo.

Nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa ?

Possiamo fare qualcosa ad esempio nel periodo natalizio. Sappiate che se siete indecisi tra un albero sintetico e naturale è sempre meglio scegliere la seconda soluzione. Gli alberi naturali che si vendono nei vivai non provengono dalle foreste, ma da apposite coltivazioni. Quindi comprare un albero vero non aumenterebbe il danno ecologico. L’albero sintetico invece è composto da metallo, coloranti, plastiche sintetiche e anche se può essere riutilizzato, nel momento dello “scarto” i materiali di cui è composto sono molto difficili da eliminare ed hanno un impatto ambientale molto negativo. Comprare un albero vero contribuisce a produrre una piccola quota di ossigeno in più e unendo l’utile al dilettevole, addobbarlo, passare un felice Natale ed aiutare il Pianeta.

Fonti:

“Gestione delle foreste e cambiamento climatico”- Le scienze.it

“Europa: le foreste crescono, ma non respirano”- focus.it

“E’ nelle tue mani. Il futuro delle foreste dipende da te”- WWF.it

“L’albero di natale vero: pino o abete”- giardinaggio.org


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