Sacchetti frutta, il “furbo” escamotage dei consumatori: ma in realtà si pagano


Dal primo gennaio è scattato l’obbligo, per i consumatori, di pagare i sacchetti biodegradabili e compostabili per frutta, verdura, carne e pesce. L’Osservatorio di Assobioplastiche stima che il costo medio che ogni famiglia dovrà aggiungere quest’anno alla spesa oscillerà fra i 4,17 e i 12,51 euro.

Per Codacons è “un balzello inutile che non ha nulla a che vedere con l’ambiente e con la lotta al consumo di plastica”, che “determinerà un aggravio di spesa che potrà raggiungere i 50 euro annui a famiglia, laddove il costo degli shopper avrebbe dovuto essere interamente a carico dei supermercati e dell’industria”.

In realtà, non si tratta di una nuova imposta. I proventi resteranno ad esercenti e grande distribuzione, a copertura dei maggiori costi dei sacchetti biodegradabili rispetto a quelli tradizionali. Il prezzo di ogni sacchetto sarà quindi deciso dal singolo esercente.

Non sono mancate le proteste sui social da parte dei consumatori, che hanno postato su Facebook foto di scontrini, a testimoniare l’entrata in vigore della norma. C’è chi ha tentato di eludere questa spesa extra. E’ il caso di questa consumatrice che mostra una foto delle arance pesate ed etichettate una ad una.

In realtà, nel momento in cui si stampa l’etichetta, quest’ultima include il prezzo del sacchetto, come dimostrano queste altre foto:

 


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