Napoli, la storia di Davide: da teppista ad educatore che combatte le baby gang


In una Napoli, che nelle ultime settimane è nella cronaca di qualsiasi giornale e tv per il fenomeno delle baby gang, emerge la storia di Davide Marotta, un ragazzo qualunque proveniente dal quartiere Sanità che ha scelto una strada diversa da quella degli aggressori di Arturo, Gaetano e di tanti altri.

Davide racconta al Mattino la sua storia, difficile ma con un lieto fine. “La criminalità nasce dalla mancanza di qualcosa. Nessuno si sveglia la mattina e decide di essere un criminale”, con queste parole il ragazzo esprime il suo pensiero sul fenomeno dei ragazzini violenti. Oggi si parla di baby gang, ma quando lui aveva 16 anni la voglia di sentirsi grande, di imporsi al mondo con la violenza già c’era.

Davide a 16 anni lascia la scuola del suo quartiere e viene a contatto con la strada. Non si può dire che era un bravo ragazzo e le sue bravate le ha fatte e come. Poi dopo 4 anni cambia, incontra don Antonio Loffredo e gli attivisti della terza municipalità. Un incontro che gli cambia il modo di vedere le cose, di vivere, di capire dov’è il bene e dov’è il male.

Oggi lui è un educatore. Quel ragazzo che poteva far parte di una baby gang, decide di aiutare i ragazzini. Ha deciso di riscriversi a scuola e a breve prenderà il diploma di psicopedagogico. Tutti lo conoscono per strada. La sua missione? Avvicinare i giovani in cui percepisce un disagio, un possibile autore di bravate per condurlo ad altre attività, come quella del calcio nel campetto comunale.

In estate ha coinvolto dieci bambini in attività culturali e ricreative portandoli a visitare le bellezze del centro storico di Napoli: “Li ho portati a visitare le Catacombe, il cimitero delle Fontanelle, e il Palazzo dello Spagnuolo per fargli acquisire consapevolezza del patrimonio artistico e culturale del nostro quartiere”.

“Continueremo il percorso iniziato con un evento pugilistico che si terrà il 24 febbraio alla scuola Caracciolo. Alcuni operatori del terzo settore accompagneranno i bambini dei plessi scolastici del territorio per una lezione di pugilato. La Box contrariamente a quello che si crede è uno sport che ti forma molto e ti fa avere rispetto per chi hai di fronte”.

Non solo sport, Davide sostiene che le scuole debbano attivare corsi come quelli di meccanica o falegnameria per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro; per fargli vedere che c’è un altro mondo oltre la criminalità e che può dare molte soddisfazioni. Aggiunge, inoltre, il suo pensiero su come i ragazzi si trovino a percorrere strade sbagliate e pericolose.

Da un lato c’è la mancanza delle istituzioni dall’altro quella dell’affetto dei genitori. Quando non c’è chi ti insegna cos’è il bene e cos’è il male, allora serie televisive come “Gomorra” diventano dei modelli da imitare. Davide racconta di essere stato fortunato perchè ha avuto alla spalle una famiglia solida e che per non deludere i propri genitori si è creato un futuro diverso.

Il suo scopo ora è proprio quello di essere il genitore di quei ragazzini che hanno mancanze e che possono non scegliere una strada fatta di soprusi e crimini atroci.


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