La Chiesa delle Capuzzelle: il culto della morte tra teschi e leggende


Napoli è da sempre una città che ha un rapporto particolare con la morte, un modo tutto suo di gestire l’altra dimensione, protagonista da sempre dei detti popolari e degli usi e costumi della tradizione. Uno degli esempi evidenti è la Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco, detta anche “la Chiesa delle Capuzzelle”, o chiesa d”e cape ‘e morte”, il luogo principale dove si concentra il culto delle anime pezzentelle.

Il legame con la morte fu alimentato in larga parte dal clima della Controriforma del ‘600, che sosteneva il principio delle anime purganti, attraverso l’intercessione di preghiere e messe a suffragio, per salvare  le anime dei morti in sosta al Purgatorio, e aiutarle ad espiare i peccati e salire al Paradiso.

Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco, pagina Facebook

A Napoli, di pari passo, si sviluppò il rito delle anime pezzentelle, ossia quello delle capuzzelle: i teschi venivano adottati e curati dal popolo, con preghiere e devozione per ottenere benedizioni per la propria famiglia.

Quindi, le donne dei quartieri, sceglievano la propria “capuzzella” tra i tanti teschi sparsi nelle catacombe, attribuendole un nome e un ruolo specifico. Poi la si sistemava su un cuscino ricamato, e la si lucidava e puliva, addobbandola con fiori e lumini. Dopo questa procedura, si pregava l’anima del morto, chiedendogli grazie e intercessioni durante i sogni, che erano l’unico modo per comunicare con il defunto.

Il teschio di Lucia ‘a sposa

Questa è anche la storia della chiesa della Anime del Purgatorio ad Arco, che sorge in via Tribunali 39, nel Complesso culturale della «Via dell’Arte» di Via Duomo, a due passi dal Pio Monte della Misericordia e dal Museo del Tesoro di San Gennaro.

La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco sorse per desiderio di una congregazione nobiliare laica nel 1604, che raccoglieva fondi per aiutare le persone più bisognose, ossia per garantire messe a suffragio e sepolture per i loro defunti.

La Chiesa fu disegnata dagli architetti ed ingeneri Giovan Cola Di Franco e da Giovan Giacomo Di Conforto, e fu chiamata “ad Arco” per la presenza di un arco posto all’incrocio tra via Tribunali, via Nilo e via Atri.

Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco, pagina Facebook

La chiesa è molto bella, strutturata su due livelli, ricca di simbologie mortuarie: la parte superiore rappresenta il mondo dei vivi, la parte inferiore quello dei morti. L’interno è in stile barocco, e si apre con un’unica navata con tre cappelle laterali e un transetto ridotto.

Molto particolari, e in linea con il motivo centrale della Chiesa, sono i fregi allegorici che simboleggiano l’aldilà, oltre che i teschi e le ossa sul portale d’ingresso e nelle nicchie.

La “pezzentella” più richiesta è quella di Lucia, alla cui edicola si accumulano spesso biglietti di turisti e visitatori. A lei, infatti, vengono raccontate le sofferenze sentimentali e espresso il desiderio di trovare l’amore.

La Chiesa, il Museo e l’Ipogeo, sono aperti dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 14,00 e il sabato dalle ore 10,00 alle 17,00. Domenica chiuso.


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