Lettera ad un bambino siriano


Caro bambino siriano,

in tv, sui giornali, sui social non si fa altro che parlare della guerra che sta distruggendo il tuo Paese. Un paese che purtroppo abbiamo imparato a conoscere attraverso immagini di distruzione e non con quelle che dovrebbero raccontare la storia, la cultura e la bellezza della tua Siria, che oggi sentiamo anche nostra.

Sì, bambino siriano la tua Siria è anche nostra, dai grandi della terra ai comuni cittadini che ogni giorno osserviamo inermi a questa tragedia che tu ed il tuo popolo vivete da vicino. Tutti siamo responsabili di questo scempio. Perché forse non stiamo facendo abbastanza, anzi, sicuramente per molto tempo abbiamo voltato la faccia dall’altra parte.

Il tuo Paese è in guerra da otto anni, e tu non eri ancora nato da quando tutto questo è iniziato. I tuoi occhi hanno visto solo morte e distruzione. Le tue orecchie hanno ascoltato i rumori dei bombardamenti e non le strofe di una ninna nanna. Le tue mani sono sempre servite a proteggere i tuoi occhi e le tue orecchie da quelle scene di guerra e dai rumori della distruzione. Vorrei chiederti tante cose, ma forse alle mie domande posso già dare delle risposte.

Avrai mai giocato, come ogni bambino della tua età dovrebbe fare?
Sicuramente NO, perché scappando da una parte all’altra della tua città per metterti in salvo non avrai avuto il tempo di fare amicizia con qualcuno con cui giocare.

Sarai mai andato a scuola per imparare a leggere e scrivere?
Forse neanche questo è stato possibile, perché la tua scuola sarà stata sicuramente bombardata.

Hai ancora i tuoi genitori, i tuoi parenti che si prendono cura di te? 
Forse SI’ essendo ottimista o forse No essendo realista.

Nel mio Paese c’è chi vuole contrastare gli immigrati, voi invece per non emigrare rischiate la vita tutti i giorni restando in Siria. Caro bambino siriano, vorrei dirti, scappa, vieni in Italia. L’Italia che per molti rappresenta la speranza. Ho immaginato i tuoi occhi pieni di paura nei tanti occhi dei tuoi coetanei che ho visto su internet o in tv in questi giorni. Occhi di bambini che vivono con la speranza che tutto questo finisca da un momento all’altro.

Caro bambino siriano io non so quale sarà il tuo destino. Con gli occhi della speranza posso immaginarti: medico, insegnante, giornalista o in un qualsiasi altro impiego tu desideri. Ovunque tu sia, spero che un giorno quando sarai adulto possa tu leggere questa mia lettera, scritta pensando a te, così avrò la consapevolezza che tu ti sia salvato.


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