Il vulcanologo Luongo: “Basta catastrofismo su Campi Flegrei. Mi preoccuperei di più…”

I Campi Flegrei


In un’intervista rilasciata ieri al Corriere del Mezzogiorno, il vulcanologo Enzo Boschi ha spiegato come i fenomeni sismici che riguardano i Campi Flegrei non siano assolutamente da sottovalutare, sottolineando come si preoccuperebbe (lui che abita a Bologna) se abitasse in quelle zone. A rispondere ci ha pensato un altro vulcanologo, ma che con i Campi Flegrei ci convive, Giuseppe Luongo.

Luongo, con un post su Facebook, ha spiegato come Boschi si dovrebbe preoccupare anche a Bologna visto che “terremoti dell’Appennino che sono molto più catastrofici e più frequenti di quelli che negli ultimi 2000 anni sono stati registrati nei Campi Flegrei. Invito, quindi, Boschi a rivalutare la sua affermazione. In buona sostanza Bologna è molto più esposta dei Campi Flegrei alle azioni sismiche“.

I fenomeni sismici, anche quelli “di questi ultimi tempi evidenziano la bassa energia rilasciata. Naturalmente tutto ciò non deve portarci a sottovalutare la pericolosità dell’area, ma  è doveroso fornire un quadro di ciò che accade senza previsioni catastrofiche quando i dati mostrano il contrario“.

La risposta ha lasciato il segno tanto che lo stesso Boschi ha pubblicato la sua replica direttamente sul profilo Facebook di Luongo: “Dalla seconda metà degli anni ‘70, fu proprio Luongo a spiegarmi l’elevatissima pericolosità dei Campi Flegrei. Fu lui, insieme ad altri, a coinvolgermi, in quanto allora presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica, nella gestione del bradisismo 1982-84 che tanta preoccupazione generò in tutte le istituzioni nazionali“.

Dal 2013 la Protezione Civile, a mio parere – ha continuato – molto giustamente, ha portato la zona dei Flegrei al livello giallo di allerta. Il che significa massima attenzione scientifica al meglio delle possibilità tecnologiche e umane. La gestione del recente terremoto di Casamicciola, la famiglia di tre persone inghiottita il 12 settembre scorso in una voragine apertasi alla Solfatara, le ormai endemiche lotte intestine fra gruppi contrapposti di ricercatori del Vesuviano mi ha indotto a pensare che la “massima attenzione scientifica” potrebbe lasciare a desiderare. L’ho detto e lo ripeto apertamente sempre augurandomi di essere smentito“.

Poi, chiarisce: “Mi sono espresso solo sulla sorveglianza e non ho mai parlato di catastrofi imminenti anche se non si può ignorare che alcuni lavori scientifici sui Flegrei, usciti negli ultimi anni su prestigiose riviste, sono tutt’altro che tranquillizzanti“.

Infine, sulla questione Bologna: “A Bologna sentiamo i terremoti appenninici ma le nostre case sono abbastanza buone e se non lo sono si possono rinforzare. I terremoti ai Flegrei sono piccolissimi ma potrebbero indicare che sta per avvenire qualcosa da cui ci si può difendere solo con la fuga. Ma la fuga deve essere tempestiva e per questo è necessario un sistema di monitoraggio oltremodo efficiente“.


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