Chiellini e Buffon imbarazzano il calcio italiano. Sarebbe questo lo stile Juve?


Da Cardiff a Madrid la storia non cambia. Il Real fa fuori ancora una volta la Juventus dalla Champions League. Il match di ieri sera tra blancos e bianconeri stava assumendo i contorni di un’epica impresa sportiva. Sotto di tre gol all’andata, la squadra di Allegri ribalta tutto nel ritorno, vincendo per 3-0 in casa del Real. Almeno fino al 90′. In pieno recupero, infatti, l’arbitro fischia un calcio di rigore a favore degli uomini di Zidane. Dal dischetto un freddissimo Cristiano Ronaldo mette a segno il gol del 3-1 che regala la qualificazione in semifinale al Real Madrid.

Un episodio di cui si continua a discutere ma del quale, in realtà, c’è ben poco da dire. Benatia compie un intervento scomposto su Lucas Vazquez, non trovando mai la palla con la gamba sinistra. L’interpretazione dell’arbitro è corretta: rigore netto. Ma non la pensano così i due giocatori simbolo della Juventus: Giorgio Chiellini e Gianluigi Buffon.

Il primo protesta platealmente, mimando il gesto dei soldi ed urlando “You pay, you pay” ai giocatori del Real, cioè “voi pagate, voi pagate“, sottinteso l’arbitro. Buffon, invece, è letteralmente una furia. Urla, sbraita, inveisce contro l’arbitro Oliver, fino a che, dopo un “vai a ca***e“, il fischietto non gli mostra un cartellino rosso.

Fanno discutere non solo i comportamenti dei due in campo, parzialmente giustificabili dalla foga e dall’adrenalina della partita. Inqualificabili, infatti, sono le parole pronunciate davanti ai giornalisti presenti al Bernabeu. “L’arbitro ha l’immondizia al posto del cuore – dice il numero uno bianconero – indegno di stare a questi livelli. La prossima volta vada in tribuna a mangiare le patatine“.

Dichiarazioni inaccettabili da parte di uno sportivo che rappresenta non solo la Juventus, ma tutto il calcio italiano. Si conclude nel peggiore dei modi la carriera a livello europeo (a meno di ripensamenti a fine stagione) di un giocatore stimato da grandi campioni e sportivi, come dimostra l’abbraccio finale con Ronaldo. Un’espulsione che ricorda quella di Zinedine Zidane al mondiale del 2006. Lo stesso Zidane che ieri sedeva sulla panchina del Real.

Immagini che stridono con quella presunta signorilità professata da sempre dalla Juventus. Mai polemiche contro gli arbitri, mai accuse plateali o giustificazioni per una sconfitta. Almeno in Italia, dove i bianconeri dettano legge ed episodi come quello di Benatia finiscono quasi sempre per essere fischiati a senso unico. Ma il campionato italiano non è la Champions League, e ieri la Juventus lo ha fatto capire molto bene.


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