Video. “Una carogna c’era, ma non era appesa alle sbarre dello stadio”


Il fatti che Sabato scorso hanno fatto da contorno alla finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli hanno fatto il giro d’Europa e del Mondo, ma ancora una volta chi ci esce con le ossa rotte è la città di Napoli con la sua gente. Dappertutto le foto di Gennaro De Tommaso, la Carogna, indicato come colui che aveva il potere di decidere se la partita si potesse giocare oppure no, colui che a questo punto appare più importante dello stesso Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, anch’egli presente allo stadio, in tribuna, inerme di fronte a tutto ciò che succedeva. La Carogna, come tutti del resto, non è certamente un santo, ma da qui ad additarlo come emblema dei mali italiani il passo è molto, troppo ampio, ma l’essere ridicoli e in malafede conta più della verità.

Genny non ha autorizzato nulla, non ha chiesto nulla, sono state le istituzioni ad andare da lui, portandosi dietro un incredulo Hamsik, affinché comunicasse alla tifoseria che la voce della morte di Ciro Esposito, circolante da qualche minuto, era falsa, e che quindi la partita si giocava: il capo ultras non ha deciso, a lui è stato detto cosa si sarebbe fatto, lui ne ha preso semplicemente atto. Ma a questo punto si doveva trovare il modo di scrollarsi di dosso il ridicolo, e cosa c’era di meglio se non far leva sulla maglia indossata da Genny, sui suoi precedenti, sui suoi familiari, sul fatto che è della Sanità? È la Carogna il male italiano, non lo Stato che consente al De Sanctis fascista pregiudicato di gestire campetti abusivi, non Renzi che resta in tribuna pur di seguire la sua Fiorentina, non l’incapacità di gestire i tifosi arrivati per assistere alla finale, non la trattativa Stato-Mafia, non Berlusconi che sconta 12 ore di servizi sociali per un’evasione da centinaia di milioni di Euro, non il fatto che Berlusconi voglia cambiare la Costituzione, non il fatto che Dell’Utri sia stato condannato per associazione mafiosa, non il silenzio di Napolitano sulla Terra dei Fuochi, non la connivenza delle istituzione sulla tragedia dell’Ilva, non le vergogne messe in atto della Democrazia Cristiana i cui esponenti sono ancora al potere oggi, non il marciume che contraddistingue lo Stato Italiano sin dalla sua fondazione, visto che Garibaldi si servì di mafia e camorra per fare l’Unità. Tutto questo però non conta, perché è Gennaro la carogna, la carogna è Napoli, siamo noi. 

Tuttavia c’è chi racconta la verità, senza le distorsioni di chi fa il comodo dei politici per non perdere lo stipendio. Ecco il video-testimonianza di Mario Esposito, che era presente a Roma Sabato 3 Maggio 2014, e il quale si assume tutte le responsabilità, anche legali, delle sue parole:


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