Selfie sul trono dei Borbone: “Chiediamo scusa, ma nessuno controllava”


Napoli – Quattro donne, durante l’evento “Wine and the city 2018” del 10 maggio al Palazzo Reale di Napoli, hanno pensato bene di scattarsi un selfie sedute sul trono dei Borbone. Ieri è scattata la polemica dopo che la foto ha fatto il giro del web. L’indignazione generale è stata tanta: oltre al vilipendio di un bene a cui tantissimi napoletani sono ancora legati stupisce la facilità con la quale, durante un evento privato, le donne abbiano potuto accedere, col rischio di danneggiare o sporcare, ad un patrimonio storico ed artistico tanto prezioso.

La polemica doveva quindi concentrarsi sui mancati controlli, sul fatto che non ci fossero custodi a vigilare sulla stanza e che determinate aree di grande interesse non fossero chiuse nel corso di un simile evento. Eppure, come spesso accade, le uniche a subire attacchi, insulti e minacce sono state le quattro donne. Giustificarle è impossibile, il loro comportamento è stato fin troppo leggero, ma bisognerebbe prendersela con chi dovrebbe custodire simili beni.

Carla Ciccarelli, una delle “colpevoli”, ha rilasciato un’intervista a Repubblica per chiedere scusa e far cessare i continui attacchi verbali rivolti a lei ed alle amiche: “Fermiamo la gogna mediatica, si sta infangando la nostra immagine. Chiediamo scusa per quella foto. È stata una ingenuità. Non vogliamo più vedere le nostre foto su social e media. Fino a ieri la nostra vita scorreva tranquilla… Stiamo ricevendo insulti in privato. Siamo state apostrofate in tutti i modi, anche con frasi a sfondo sessista. – denuncia la donna – Che c’entrano con quanto accaduto?”.

Poi ha raccontato la dinamica di quanto è accaduto: “Quando siamo arrivate è iniziata la degustazione nel salone principale, c’erano persone che bevevano vino, chiacchieravano, si scattavano foto. Era possibile accedere anche ai corridoi con le altre stanze. Ci siamo ritrovate in modo inconsapevole davanti a quel trono. Non abbiamo visto un cartello che spiegasse esattamente cosa fosse. In quel momento – continua – non c’era un custode o un vigilante a fermarci. Non c’era una transenna…”.

Dichiarazioni che confermano quanto detto in precedenza: la bravata di un visitatore, anche se tanto leggera, è sempre dietro l’angolo ed è spesso dettata dalla mancata conoscenza di quanto si sta vedendo; per questo motivo esistono i controlli e le dovute precauzioni per rendere assolutamente impossibili simili atteggiamenti. Questo è stato un campanello d’allarme… speriamo venga ascoltato.


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