MANN, al via il primo database in Italia sul colore delle statue: sarà accessibile a tutti


Napoli – Al via al MANN il progetto “Mann in colours”, il primo data base sulla policromia antica che potrà essere usata sia ad esperti nel settore sia dal pubblico. Le prime statue che verranno studiate saranno quelle della collezione Farnese.

L’applicazione di indagini scientifiche sulla statuaria classica ha visto infatti un rapido sviluppo negli ultimi anni, grazie al crescente interesse di archeologi e studiosi verso la riscoperta della policromia nelle opere antiche. Il progetto del MANN, la cui prima fase durerà tre anni, impiegherà nuove tecnologie e software digitali, mai usati in Italia fino ad oggi, grazie alla collaborazione scientifica del museo con l’Università Nazionale Normale di Taiwan.

Paolo Giulierini, direttore del museo, spiega: “È un progetto di ricerca molto accattivante. Si tratta di ricostruire la policromia, quindi i colori delle statue antiche e di ricostruire il loro originario aspetto. Le statue non erano mai di colore bianco ma sovradipinte e nel tempo il colore è scomparso”.

“Con questo lavoro di ricerca in collaborazione con l’Università di Taiwan ci concentreremo su una serie di statue della collezione Farnese riproponendo il loro colore originario. Brilleranno così il giallo, il blu, il rosso e tanti altri colori che abbiamo visto ricostruiti a titolo sperimentale nella statua di Augusto Prima Porta anni fa”.

“Attraverso la tecnologia sarà possibile avvicinando lo smartphone alla statua leggere l’antico aspetto. Sarà così un’esperienza suggestiva”.

“Mann in colours”, non è solo un progetto scientifico, come spiega la curatrice, l’archeologa Cristiana Barandoni, è anche un progetto innovativo nel voler creare una vera e propria esperienza emotiva coinvolgendo il visitatore, stimolandone la componente sensoriale.

Parallelamente alle indagini diagnostiche sarà fin da subito parte integrante del progetto l’apertura verso il pubblico di tutte le fasi della ricerca, grazie alla progettazione e alla realizzazione di una “expert room”, un vero e proprio cantiere aperto visitabile da tutti, così da poter osservare da vicino la conduzione delle indagini e vedere con i propri occhi gli esperti al lavoro. In parallelo, gli utenti digitali, assisteranno alla messa in rete dei risultati attraverso la creazione di un sito web dedicato, nel quale saranno caricati videocast e podcast delle fasi salienti.

VIDEO DI PRESENTAZIONE:

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