Vesuvio, nuova emergenza rifiuti: “Ci sono minidiscariche e spazzatura bruciata”


È nuovamente emergenza rifiuti nel Parco Nazionale del Vesuvio, a denunciare la nuova situazione critica è Ciro Teodonno del Club Alpino Italiano. Qualche mese fa, ad aprile scorso, già si parlava di una condizione critica nell’area sud della pedemontana del Vesuvio, in particolare le pinete ad accesso libero di via Montagnelle, via Pisani e Cappella Orefice, diventata ricettacolo di rifiuti pericolosi, scarti edili e tessili sversati illegalmente e incendiati.

Ad oggi le cose non sono cambiate in quella zona, e nonostante le telecamere, di cui alcune aree sono sprovviste, il Vesuvio è una discarica a cielo aperto. “All’interno del Parco nazionale del Vesuvio non si contano i cumuli di rifiuti recenti nelle zone in cui non arrivano le telecamere – denuncia Ciro Teodonno del Club alpino italiano – “Il rischio è che questi stessi cumuli diventino roghi durante l’estate”.

“Tutta la fascia pedemontana del parco nazionale del Vesuvio è costellata di queste ‘minidiscariche’, zone in cui sono accumulati rifiuti diversi, da quelli domestici di persone che rifiutano di fare la raccolta differenziata a quelli di piccole imprese in nero che devono smaltire pezzami, pneumatici e altro”.

Continua Teodonno: “La situazione peggiore è forse in via Filaro, perché non ci sono telecamere. Qui i cumuli di rifiuti sono significativi e si sente anche l’odore acre caratteristico della spazzatura bruciata. In via Montagnelle a Torre Del Greco vengono a scaricare illegalmente rifiuti nonostante ci sia stato un ingente incendio boschivo che ha lasciato il segno. Qui nella pineta non colpisce soltanto il disastro ambientale ma anche l’indifferenza di chi frequenta questi luoghi. C’è chi viene a cavallo, chi fa running, chi passa in bicicletta ma nessuno sembra preoccupato da quello che si ritrova ogni giorno davanti agli occhi”.

Le zone più pericolose sono perimetrate con nastro bianco e rosso. “Le amministrazioni segnano le aree a rischio, intimando di non avvicinarsi, ma manca un vero e proprio controllo. C’è chi sversa e chi brucia e la cosa più assurda è che nelle terre qui intorno si coltivano le eccellenze alimentari della Campania dal pomodorino del Piennolo al Lacryma Christi, ma evidentemente questo non interessa a nessuno”.


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