I camorristi minacciano i figli per far entrare i padri nei clan


Lui ne ha contati 48, esclusi ovviamente i boss, e si dice pronto a riconoscerli in fotografia, ad indicarli ai pm che indagano sul malaffare di Pianura. Dice di conoscere uno per uno i quarantotto presunti affiliati del clan che la scorsa primavera ha seminato panico e lutti in una ampia fetta di periferia napoletama e svela alcuni retroscena di una campagna acquisti basata sul terrore: personalmente – spiega il pentito – sono stato costretto a collaborare con loro, di fronte alla minaccia che potessero fare del male ai miei figli. Poi – aggiunge il collaboratore di giustizia – ho anche pensato che potessero avvelenarmi.

A raccontare i retroscena della campagna acquisti della camorra, è il pentito Antonio Ricciardi, un ex gregario delle cosche radicate a Pianura, letteralmente cooptato dal clan Mele, con una mission su tutti: nascondere armi, custodire una sorta di arsenale che sarebbe servito – stando alla ricostruzione della Dda – a chiudere i conti con quelli dei Pesce.

Fonte: Il Mattino


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