Orgoglio napoletano: tre giovani volano negli Usa per la finale di Zero Robotics


Tre studenti del quarto anno dell’Istituto Tecnico Industriale “Augusto Righi” di Fuorigrotta Davide Di Pierro, Mauro D’Alò e Luigi Picarella capitanati dai docenti Salvatore Pelella e Ciro Melcarne, rispettivamente insegnanti di matematica ed informatica dell’istituto, denunciano l’inadeguatezza delle strutture e la mancanza di fondi nel campo della robotica per gli studenti italiani.

I tre ragazzi si ritrovano a parlarne al Sabato delle Idee, evento che ha raccolto a Napoli grandi nomi della ricerca italiana nel campo della robotica.

Non è facile per le scuole italiane e del Mezzogiorno in particolare competere con le scuole dei grandi colossi economici mondiali nel settore della ricerca aerospaziale senza strutture adeguate e senza nemmeno i soldi per andare a Boston per la finale internazionale di una competizione”.

Il giovane team, infatti, è attualmente al secondo posto dell’High School Tournament della “Zero Robotics”, una competizione internazionale di programmazione di robotica aerospaziale del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, in collaborazione con la NASA.

Ci si chiede se sarà possibile per i ragazzi partecipare alla finale di quest’anno a Boston data l’insufficienza di fondi che ha impedito lo scorso anno ad un team della stessa scuola di partecipare al medesimo progetto.

Sono ormai cinque anni che il “Righi” arriva in finale alla competizione indetta dal MIT addirittura trionfando nel 2017.

Alla competizione partecipano giovani menti brillanti provenienti da tutto il mondo e spesso supportate da grandi sponsor, mentre i ragazzi del “Righi” reclamano di accendere i riflettori sulle tante eccellenze che ci sono nelle scuole e nelle Università del Mezzogiorno” e di “investire di più sulla ricerca e sulla formazione per rendere sempre più competitivi i giovani del nostro Paese invece di ‘costringerli’ ad emigrare all’estero”.

Così, Marco Salvatore, fondatore del Sabato delle Idee, ha da subito voluto supportare i ragazzi del “Righi” che, durante la trentaduesima edizione di Futuro Remoto, hanno presentato i loro migliori progetti nel settore dell’intelligenza artificiale.

Alcuni esempi sono quello di Emilia Napolano e Antonio Grassini: i due hanno rispettivamente presentato i progetti “Follow the Sun”, riguardante l’orientamento automatico di un pannello solare verso una luce o una fonte di calore e “F.I.D.O – Fare-Interpretare-Descrivere-Osservare” un cluster di computer realizzato con la partnership del Centro di Calcolo Interfacoltà dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Hanno voluto sottolineare lo stretto rapporto tra sviluppo della robotica e quello di scuola ed università i rettori della Suor Orsola Benincasa e della Federico II Lucio D’Alessandro e Gaetano Manfredi e sono, inoltre, intervenuti Bruno Siciliano, presidente di “Icaros” il Centro Interdipartimentale di Ricerca in Chirurgia Robotica dell’Università Federico II e Roberto Montanari, docente della Suor Orsola Benincasa.

La Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste diretta da Stefano Ruffo e il Campus Bio-Medico di Roma che, con l’intervento del Pro Rettore, Eugenio Guglielmelli, ha annunciato la nascita di “una rete universitaria per la ricerca nel settore della robotica”, una rete che coinvolge le università campane.

Menti geniali come quelle dei ragazzi del “Righi” dovrebbero essere supportate nelle scuole e nelle università del Mezzogiorno e non costrette a scappare altrove.

Investire sui giovani del Sud è investire sul Sud.

 


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