L’addio al fratello, ma non smette di lottare per la sua Terra


“Tutto questo succede nella Terra dei fuochi, che è la mia terra. Al tempo dei papiri e delle tavolette cerate era la Campania felix, in quello di Twitter e Facebook è la pattumiera d’Italia. Una discarica dove ogni anno vengono avvistati seimila roghi di rifiuti, che inceneriscono scorie industriali, sprigionano veleni, ammorbano l’aria e uccidono la vita nei campi.”

Libro padre Patriciello, locandinaEra atteso a Villa Bruno per la Fiera del libro di San Giorgio a Cremano per presentare il suo libro edito da Rizzoli, ma ieri nel giorno di San Gennaro, ha perso suo fratello, una lotta persa contro la leucemia, quello stesso male che ha portato via la vita a bambini e giovani mamme che vivono nella terra dei fuochi, il territorio dell’entroterra napoletano devastato dai roghi tossici.

Una battaglia, quella di Padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, che inizia nel 2012, quando tramite i social denunzia l’atmosfera sporca che respira la sua terra. Fuochi tossici che si innalzano per la campagne, distruggendo terre e inquinando l’aria. Il libro in collaborazione con il giornalista Marco Demarco, è l’inzio di una una lotta che lui non intende smettere. Un grido disperato arrivato in televisione ed in radio che ha dato voce  ad un popolo che non vuole morire e non vuole vedersi morire più i propri cari.

Una prima vittoria arriva con il decreto del governo Letta nel Febbraio 2014 dove su La Stampa si leggeva:«Il decreto legge sulla Terra dei fuochi – dice il premier Enrico Letta, su twitter – è stato convertito in legge, dopo decenni è la prima risposta a quel dramma. Impegno ora ad applicarlo bene» – ma i roghi si sa, non hanno mai smesso di bruciare.


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