Ecco com’è fatto il kebab. Come riconoscere se è di buona qualità


Com’ è fatto il kebab? Gli italiani, e i napoletani si sono mai posti questa domanda? A Napoli, infatti, non si mangia solo pizza; l’appuntamento con il kebab è di moda soprattutto tra i giovani. Ma vediamo di cosa è fatta questa carne così speziata, così buona, ma così “sconosciuta”.

Il kebab è una pietanza araba, eppure, su questo rotolone si è sentito dire di tutto: che è fatto con scarti di macelleria, ossa, denti e grasso animale, che è stracolmo di grassi saturi e dannoso per la salute. In Italia è fatto con pollo, vitello e tacchino; in alcune regioni della penisola, hanno un’origine in parte nazionale in parte estera ( in Lombardia ad esempio molti kebab provengono da stabilimenti tedeschi). Le fabbriche sono riconosciute a livello comunitario per quanto riguarda il fattore di vista igienico sanitario.

Il magnifico rotolone contiene sicuramente dei grassi, circostanza tipica degli alimenti di origine animale, ma, poiché  le griglie ove viene cotto sono verticali, il grasso si scioglie e non va a depositarsi sul resto della carne. Spesso contiene anche additivi chimici, che a lungo andare fanno male al nostro organismo. Se la carne è congelata, è probabile che ci siano. Ad onor del vero, però, il kebab è meno calorico del panino del fast food. Il primo ha 500 – 1000 calorie, ma può avere dei prodotti o ingredienti più genuini del secondo, che segue uno schema standard.

La carne utilizzata viene pulita e caricata in una macchina massaggiatrice, in modo tale da consentirle di assorbire gli odori e le spezie aggiunte. Dopo 45 minuti viene scaricata e poi congelata a -40 gradi.

Ecco il video che spiega nel dettaglio. CLICCA QUI


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