Città italiane sempre più inquinate. Ecco qual è la strada napoletana più a rischio


Ha un nome eloquente il dossier di Legambiente sulla qualità dell’aria che respiriamo, Mal’aria 2015. La situazione che è emersa è alquanto preoccupante e critica dovuta all’elevato livello di inquinamento generato da polvere sottili e ozono nell’aria, responsabili di gravi patologie e morti premature.

Dal 1° gennaio 2015 ad oggi la soglia massima giornaliera consentita di PM10 (Particulate Matter, una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato ) è stata superata in 10 giorni in 32 capoluoghi italiani. Nella parte alta della classifica ci sono i principali centri urbani della Pianura padana, mentre la capitale ha registrato 12 giorni di superamento e Napoli 11 giorni. Ma le città dall’aria più inquinata in questo primo mese del 2015 sono state Parma e Frosinone con 20 giorni di superamento. Lo scorso anno, Legambiente aveva lanciato una campagna “Ti tengo d’occhio”, in cui aveva monitorato 88 capoluoghi e ben il 37%, ovvero 33 città hanno superato il limite di 35 giorni oltre la soglia massima ammessa di PM10.

Sul podio “nero” ci sono Frosinone Scalo (Frosinone), Montebello (Parma) e via Beccaria (Venezia), mentre per la Campania si posizionano al 25° posto via Floria a Benevento e al 26° via Argine a Napoli. Va notato ed in questo la classifica parla chiaro, che tutte le zone più inquinate indicate da Legambiente si trovano in aree industriali o nei loro pressi, oppure in parti molto trafficate della città. Non sembra inutile guardare alla stessa via Argine, da area rurale che era stata in antico a zona trafficata e a destinazione industriale che è diventata oggi.

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Tabella “Mal’aria 2015” di Legambiente

È il trasporto su gomma la principale causa d’inquinamento: traffico, emissioni in atmosfera, usura di pneumatici e freni. L’Italia è uno dei paesi europei più motorizzati, con 65 automobili ogni 100 abitanti, contro una media europea di 48 veicoli su 100 cittadini. Ma anche il riscaldamento domestico è un’enorme fonte d’inquinamento, con la legna o a combustibili fossili che siano, quali olio e gasolio.

E’ quanto mai evidente la necessità di un urgente e decisivo piano di intervento – ha dichiarato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – che vada finalmente ad incidere sulle politiche relative alle fonti di inquinamento più volte annunciato ma ancora mai attivato a livello nazionale. Le cause si conoscono e le soluzioni ci sono, occorrono la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo. Per ridurre le emissioni industriali occorre avviare la rapida approvazione delle Autorizzazione Integrate Ambientali per gli impianti nuovi ed esistenti e promuovere l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili per ridurne gli impatti. Bisogna poi uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili puntando su fonti energetiche rinnovabili“, ha aggiunto Zampetti.

Vogliamo ricordare che l’Italia detiene il triste primato in Europa di morti premature provocate dall’inquinamento, solo nel 2011 sono morte 3.400 persone a causa delle emissioni di ossido di azoto. L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha stimato 400 mila morti premature e ricordiamo, inoltre, che lo IARC ( International Agency for Research on Cancer) ha dichiarato più volte che l’inquinamento e sopratutto del particolato atmosferico è cancerogeno del gruppo 1.

Sono diversi i settori sui quali occorre intervenire al più presto: ridurre le emissioni industriali, diminuire la dipendenza dal gasolio puntando su fonti energetiche rinnovabili, incrementare trasporto su ferro con lo scopo di garantire minori emissioni inquinanti, ma soprattutto città a misura di biciclette e di pedoni in modo da migliorare la qualità della vita e dell’aria sempre più avvelenata.


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