Omicidio colposo per il carabiniere che sparò a Davide Bifolco


La Procura di Napoli ha formulato l’accusa di reato di omicidio colposo per il carabiniere che uccise Davide Bifolco, lo scorso 5 settembre, con un colpo di arma da fuoco, perché non si sarebbe fermato all’alt imposto durante un posto di blocco presso il Rione Traiano.

Concluse le indagini preliminari, condotte dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e dal Pm Marilena Persico, che dichiarono, appunto, colpevole l’imputato per imperizia a maneggiare le armi.

Salvatore Pepe, difensore del carabiniere, ha dichiarato «Nei prossimi giorni prenderemo visione degli atti. L’indagine ha comunque smentito le altre ricostruzioni che erano state formulate, come quella secondo cui il carabiniere avrebbe, con il braccio teso, puntato l’arma in direzione del ragazzo».

Per Luigi Manconi, senatore del Pd e presidente della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani, «L’avviso di chiusura delle indagini per la morte di Davide Bifolco significa una sola cosa: che la notizia di reato relativa a quanto accaduto la notte del 5 settembre 2014 nel quartiere Traiano di Napoli è decisamente fondata. E che il pm, se non viene convinto all’archiviazione da atti successivi, richiederà il rinvio a giudizio».

«Dunque, non era scontato, come in tanti hanno voluto far credere – continua Manconi – che si trattasse di un banale incidente, privo di qualunque responsabilità, né tanto meno di una inevitabile reazione al comportamento illegale del ragazzo e dei suoi amici».

Queste dichiarazioni sono state riportate da Il Mattino.


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