Salvini polemizza sul pedaggio ma si investirà ancora al Nord


Nei giorni scorsi abbiamo assistito alla protesta da parte dell’ europarlamentare segretario della Lega Nord Matteo Salvini, in merito all’esosità dei pedaggi delle autostrade del Settentrione d’Italia. Tramite un post pubblicato su Facebook egli si chiede se sia giusto che per percorrere la distanza tra Milano e Como e ritorno bisogni pagare la somma di 8 euro, e credo che la risposta sia semplice e parecchio condivisibile: no, non è giusto, la cifra su indicata è eccessiva e in modo particolare perché gravano principalmente su chi viaggia in autostrada per motivi di lavoro. Una cosa però non mi è andata giù, ossia quando nel medesimo post ha fatto intendere che il pedaggio autostradale lo pagherebbero soltanto i cittadini del Nord mentre quelli Sud viaggerebbero prevalentemente gratis.

In Italia la riscossione del pedaggio avviene in due sistemi: chiuso ed aperto. Il primo è quello diffuso con ampia prevalenza e secondo il quale l’utente preleva un bigliettino all’entrata dell’autostrada, per pagare poi all’uscita in base ai chilometri percorsi (con il Telepass il tutto avviene in modo automatico); il funzionamento del sistema aperto invece prevede che si paghi una somma fissa ogni volta che l’utente incontri una barriera, indipendentemente dalla distanza percorsa, e alcuni tratti possono essere percorsi gratuitamente in quanto le barriere non sono presenti ad ogni svincolo. A questi due funzionamenti ordinari bisogna aggiungerne uno speciale, ovverosia il sistema Napoli-Salerno, applicato anche sulla tangenziale di Napoli: su queste tratte come nel sistema aperto si paga un prezzo fisso all’entrata, se siamo sulla Napoli-Salerno) o all’uscita (sulla Tangenziale di Napoli), però le barriere sono presenti a tutti gli svincoli e perciò i tratti percorribili gratuitamente non esistono, con la conseguenza che bisogna pagare anche per guidare lungo il chilometro scarso che va da Pompei a Castellammare di Stabia, o per giungere a Fuorigrotta dal Vomero e quindi da un quartiere a quello immediatamente successivo.

Pedaggio

Senza poi parlare del sistema Salerno-Reggio Calabria. È vero che per quest’ultima arteria, la cui pluridecennale questione della costruzione è nota a tutti, non è previsto alcun pedaggio – cosa di cui usufruiscono ben volentieri durante l’estate anche i cittadini del Centro-Nord – ma è altresì vero che fa pagare un altro prezzo e anche piuttosto elevato, quello in termini di vite umane. Su questa questione a mio avviso è superfluo argomentare, tanto è evidente la tragica veridicità di quanto affermato. A tutto questo aggiungiamo che al Sud la rete autostradale non è poi tanto sviluppata. Dati ANCI contenuti nel Piano nazionale per il Sud e federalismo fiscale riportano che in Campania e Abruzzo l’indice di diffusione autostradale è più elevato rispetto alla media nazionale, in Sicilia la copertura è in linea con il dato del Centro-Nord mentre è fortemente deficitaria in Calabria, Puglia, Basilicata e Molise; in Sardegna addirittura l’autostrada non esiste.

Nello stesso documento (scaricabile qui) è affrontato, tra le altre cose, in modo più ampio il nodo del divario infrastrutturale tra il Mezzogiorno e il resto d’Italia. È interessante leggere ciò che riguarda le ferrovie: “Nel Sud le linee ferroviarie non elettrificate (quasi totalmente a binario unico) coprono il 51,6% della rete dell’area, rispetto al 21,8% del Centro-Nord; un dato che pone in tutta la sua evidenza l’inadeguatezza funzionale della rete ferroviaria meridionale. Le linee a doppio binario elettrificato costituiscono poco più di un quarto del totale (26,8%) delle linee del Mezzogiorno contro quasi la metà (49,6%) nel Centro-Nord”; inoltre “La dotazione di reti ferroviarie ad Alta Velocità è e sempre più sarà quasi interamente concentrata al Centro Nord, mentre al Sud sono previsti progetti importanti, ma di livello tecnologico e di prestazione inferiore”. Ancora, sugli aeroporti: “Le dotazioni che consentono una adeguata capacità di “servizio” degli scali presentano indici molto bassi per il Mezzogiorno… L’operatività degli aeroporti meridionali è fortemente condizionata dalla carente disponibilità di collegamenti”. Questo è quello che l’ANCI afferma sui porti: 178 dei 263 porti italiani sono localizzati al Sud… Alla numerosità tuttavia, non corrisponde un’adeguata dotazione di infrastrutture all’interno delle aree portuali… che ne condiziona negativamente l’operatività in termini di movimentazione, stoccaggio e lavorazione delle merci”.

Ecco dunque quanto si evince dal discorso condotto: le autostrade al Meridione sono molto più scarse che nel resto d’Italia, abbiamo visto come esista un sistema Napoli-Salerno discriminatorio e come la Salerno-Reggio Calabria esiga un prezzo altissimo in vite umane; i porti e gli scali aeroportuali sono sufficienti in quanto a presenza ma molto scarsamente efficaci e incapaci di servire a produrre ricchezza; le ferrovie sono insufficienti e malfunzionanti al Sud, e lo sviluppo dell’Alta Velocità riguarderà quasi esclusivamente il Centro-Nord.

Lasciamo che Salvini si lagni il pedaggio, ma noi riprendiamoci il Sud!


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