La vita del santo patrono di San Giorgio, tra storia e leggenda


Oggi 23 aprile, come ogni anno, si celebra San Giorgio, santo patrono dell’omonima città vesuviana, San Giorgio a Cremano, una tra le figure più popolari non solo nel mondo del Cristianesimo: basta pensare che è onorato dai musulmani come vero e proprio “profeta”. È il santo protettore degli Scout e spesso invocato come protettore contro ogni tipo di pericolo. Significativo e famoso è il dipinto olio su tela “San Giorgio ed il drago” di Paolo Uccello, pittore e mosaicista italiano, che ritrae il santo in veste di cavaliere che tenta di salvare una donna dall’impeto di un drago.

Il 23 aprile si festeggia San Giorgio

Di fondamentale importanza è un episodio risalente al lontano 993, anno in cui un gruppo di vesuviani decise di costruire una cappella, invocando e raccomandandosi al santo nella speranza di salvarsi dall’eruzione del Vesuvio. Fu così che la storia del santo proveniente dall’Oriente e quella della città vesuviana si incrociarono: non a caso la zona e la città stessa nella quale fu edificata la cappella fu chiamata “San Georgi ad Crematum”, ovvero terra bruciata dal Vesuvio. Purtroppo la cappella fu distrutta dalle successive eruzioni. Da ricordare che la violenta eruzione del Vesuvio del 1631 distrusse per intero tutti i documenti della città.

È il patrono o protettore di arcieri, cavalieri, soldati, combattenti movimento scout, Esploratori/Guide; Canada, Catalogna, Etiopia, Georgia, Inghilterra, Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica di Genova. Viene invocato contro malattie della pelle, peste e malattie veneree.

La biografia del santo

Le notizie biografiche, seppure incerte ed intorno alle quali aleggia mistero e leggenda, provengono dal “Passio sancti Georgii”, opera apocrifa. Nato a Cappadocia nel 275-285 e morto a Nicomedia il 23 aprile del 303, fu subito in tenera età educato alla religione cristiana dal padre Geronzio, persiano e dalla madre Policromia, cappadoce. Si arruolò nell’esercito dell’imperatore Diocleziano, prima come guardia del corpo e poi ufficiale delle milize. Decise di donare tutti i suoi beni ai poveri nel momento in cui l’imperatore Diocleziano ordinò la persecuzione dei cristiani. Fu inoltre condannato perché si scagliò contro il culto e l’adorazione degli dèi pagani. Purtroppo subì numerose torture, alle quali però riuscì sempre a sfuggire. Venne decapitato nel 303.

La festa del santo patrono oggi viene celebrata in otto giorni, durante i quali le cerimonie religiose e la processione sono accompagnate da mostre di vario genere ed avvenimenti culturali ed una visita guidata nei meandri delle Ville Vesuviane. Immancabili i fuochi d’artificio.


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