‘A cresommola, perché in napoletano “albicocca” si dice così


Il Napoletano, come già sappiamo e ha confermato l’UNESCO, è una lingua, e come tale conserva in sé ed è il prodotto di millenni di storia e scambi tra diverse culture, specialmente quando ti trovi nel Mediterraneo, che sin dall’Età Antica è stato il centro del mondo conosciuto. Quando da Calcide ed Eretria, nell’Eubea, partirono navi per esplorazione dei territori della Magna Grecia, i coloni si stanziarono nell’area flegrea e fondarono Cuma; da Cuma, poi, si mossero e diedero vita a Parthenope nel posto dove secondo la tradizione si trovava il corpo della Sirena.

Dalla Grecia gli Eubei portarono con sé, inevitabilmente, il proprio idioma, perciò nel Napoletano troviamo parecchie tracce che affondano nella fondazione della città, quasi 3000 anni fa. Oltre alla vasinicola, il basilico, di cui abbiamo parliamo in un precedente articolo, anche la cresommola, l’albicocca, si chiama così per via dell’origine greca del nome. Cresommola, infatti, viene da Chrysoun melon, che significa “frutto d’oro”, probabilmente a causa del colore acceso del frutto.

Se guardiamo un albicocco, infatti, i pomi che si trovano sui suoi rami sembrano delle pepite d’oro, specialmente quelli che crescono alle falde del Vesuvio e generalmente in Campania, caratterizzati da un colore il quale tende all’arancione con parti in rosso. Se il frutto possiede tale colorazione vuol dire che è maturo e dolcissimo, e ogni morso è un disciogliersi dell’oro in bocca.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI