Università Federico II vieta agli studenti di indossare bermuda, canotte e ciabatte!


 

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La decenza prima di tutto. E per questo motivo Marco Musella (come si legge in un articolo de Il Corriere del Mezzogiorno), direttore del dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli, ha diffuso una circolare  per raccomandare  “a tutti i frequentatori della Facoltà”, in primis agli studenti,  “di astenersi dal mangiare nei corridoi, di gettare a terra carte, cicche e chewing gum”, e addirittura di “evitare posture fisiche eccessivamente rilassate”.

Nella circolare si legge, inoltre, il “divieto di indossare abiti di stile vacanziero (per esempio: abiti molto corti, pantaloncini, shorts, bermuda, canottiere e, anche a tutela della sicurezza nel rispetto delle norme, ciabatte e zoccoli)”.

Iniziativa che, ovviamente, non è stata ben accolta dagli studenti e fa discutere.  “Perché una sola persona deve vietare ad una comunità intera un determinato abbigliamento? — scrive uno studente su FacebookI consiglieri studenteschi di dipartimento dove sono? Dormono? Le Università vivono problemi ben più urgenti ed impellenti di chi indossa pantaloncini o meno”.

“Non voglio passare per bacchettone — commenta il professore Musella — ma certi comportamenti li trovo intollerabili: non ci si può recare agli esami in costume da bagno e zoccoletti. Io sono il primo a non indossare, sempre, giacca e cravatta. Ma da qui a venire svestiti ce ne passa. Per non dire dei ragazzi che si abbandonano ad effusioni sulle scale. Una minoranza, certo. Tuttavia occorre darsi una disciplina. La circolare non ha alcun carattere repressivo o sanzionatorio: lo spirito con cui è stata scritta è quello della moral suasion. Ne possiamo discutere, sicuramente, come ne abbiamo discusso con le associazioni studentesche, ma poi occorre darsi una linea di condotta per tutelare un minimo di decenza”.


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