Torre Annunziata: continuano le polemiche sulla spiaggia abbandonata da Dio


Triste ma vero. C’è ancora chi preferisce mortificare questa bellissima terra con atti riprovevoli  e deprimenti. Questo lo stato di abbandono in cui versa “la Salera” di Torre Annunziata, raccontato dal Corrieredelmezzogiornoit.

Il due maggio 2011, su questa spiaggia, suscitò curiosità il ritrovamento della carcassa di uno squalo smeriglio, ucciso dall’amo di un palangaro e trascinato dalle correnti sul litorale di Torre Annunziata. Eppure, quello di due anni fa è l’unico evento “normale” che sia accaduto in questa porzione di costa da decenni. Non suscitano quasi più meraviglia, invece, ed è paradossale, i quintali di rifiuti di ogni sorta – motori fuoribordo, elettrodomestici, pitture, stracci, calcinacci, fili di rame, lastre di Eternit che contengono il micidiale amianto, materiali inceneriti di incerta natura – che appestano da oltre un quarto di secolo la Salera, dove una volta i torresi facevano il bagno e dove, ormai, perfino camminare coi sandali appare un azzardo.

Qui viene chiunque abbia qualcosa di cui liberarsi e che voglia farlo senza spendere quanto sarebbe dovuto per il legale smaltimento. Qui, raccontano gli abitanti della zona, talvolta si odono ancora gli spari dei camorristi orfani dei Gionta od adepti di qualche clan rivale, che vengono ad esercitarsi con le armi. Qui improvvisati fantini lanciano cavalli al galoppo sulla battigia, per allenarsi alle corse clandestine che alimentano un fiorente giro di scommesse illegali. La Salera: Caporetto dello Stato italiano che si rinnova ogni notte, ogni mese, ogni anno. «Tempo addietro», ricorda Paolo Valente, «fu messa dal Comune una sbarra che avrebbe dovuto impedire l’accesso ai mezzi che utilizzano la spiaggia come discarica. Non c’è più. Ci sono le telecamere, ma non coprono tutta la zona e poi, se uno vuole portare qui illecitamente rifiuti, copre la targa ed entra». Servirebbero appostamenti sistematici da parte di polizia, carabinieri, guardia di finanza. Controlli continui, ostinati come la tenacia dei criminali che hanno trasformato questo litorale, dal quale l’occhio spazia fino a Capri ed alla penisola sorrentina, in un sito contaminato. Da cosa, esattamente, oggi nessuno può dirlo, perché non sono stati neppure avviati i carotaggi per caratterizzare il terreno e dare un nome alle sostanze velenose che sono rilasciate nell’ambiente da tutti quei materiali illecitamente smaltiti.

«Fino a qualche tempo fa», riferisce Paolo Persico, del circolo Pd Faro del Sarno, «questo era un sito di interesse nazionale, che avrebbe dovuto fruire di fondi ed interventi statali per la caratterizzazione e per la decontaminazione. Ora è stato declassificato e la competenza è passata alla Regione». Venerdì 28 giugno una delegazione del Pd – c’erano i parlamentari Luisa Bossa, Massimo Paolucci, Giovanna Palma, il consigliere regionale Antonio Amato, alcuni consiglieri comunali, tra i quali Lello Ricciardi – ha effettuato un sopralluogo sulla spiaggia. «Bisogna che si affronti finalmente con urgenza la vicenda, perché siamo all’anno zero», ha commentato Luisa Bossa.


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