Napoli. Detenuto finge un malore ed evade durante l’udienza


Questa mattina un detenuto che stava arrivando al Tribunale di Napoli, da Ravenna, per un’udienza ha finto un malore mentre era nel veicolo della Polizia Penitenziaria ed è evaso. “Quel che è accaduto oggi al Tribunale di Napoli ha dell’incredibile, – denuncia Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo della polizia penitenziaria, su Repubblica – con la sfrontatezza di un criminale ristretto agli arresti domiciliati a Ravenna che ha simulato un malore sull’auto che lo stava conducendo a Napoli da Ravenna ed e’ evaso mentre si stava recando a un’udienza. Una cosa grave, che poteva creare seri problemi alla sicurezza e all’incolumita’ dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini, di magistrati ed impiegati. Mi auguro che l’evaso venga presto catturato, ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”

Una colpa, quindi, che viene fatta ricadere sui pochi mezzi forniti agli agenti ed un generale disinteressamento riguardo ai problemi del corpo: “Agenti che sono sotto organico, – continua Capece – non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perchè non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”

Il segretario generale denuncia i tagli imposti dagli ultimi governi alle forze dell’ordine in danno all’incolumità dei cittadini ed alla funzionalità delle carceri: “La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli indiscriminati e ingiustificati. E la realtà è che con sei miliardi di tagli che i vari governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi hanno operato dal 2008 a oggi, i cittadini sono meno  sicuri perchè ci sono meno poliziotti a controllare le loro case e i quartieri, meno poliziotti penitenziari nelle carceri a fronte di un numero di detenuti che sta tornado ad aumentare esauriti gli effetti “taumaturgici” della sentenza Cedu- Torreggiani, meno forestali contro le agromafie e le ecomafie per la tutela dell’ambiente, meno vigili del fuoco a difenderci da disastri e calamita’, a garantire sicurezza e soccorso pubblico”


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