Inserra progettava la fuga dal carcere


Ritrovato un piano di fuga da parte del boss Inserra, il malavitoso progettava di fuggire durante un’udienza che si doveva tenere presso una delle aule del Tribunae di Castellammare. La notizia su Ilgazzettinovesuviano.com 

Tra i “pizzini” sequestrati nel carcere di Poggioreale spunta fuori il libro mastro del clan Cesarano di Ponte Persica e soprattutto il piano di evasione progettato da Antonio Inserra alias “Tonino ‘o guerriero”, lui detenuto ma capace di dare ordini e stare alla guida di una delle due frange che si erano formate dalla cosca retta da Nicola Esposito detto “ò mostro”.

E’ quello che è emerso dalle indagini della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli che hanno portato all’arresto di sedici persone ritenute affiliate al clan del boss detenuto Ferdinando Cesarano. E proprio al capo storico del sodalizio criminale, che imponeva il racket nell’area stabiese e di Pompei, si era ispirato Antonio Inserra per sfuggire alla morsa del regime carcerario. Il boss ergastolano, nell’estate del 1998, si diede alla macchia proprio approfittando di una delle pause durante il processo che si tenne presso l’aula bunker del tribunale di Fuorni a Salerno. Nanduccio ‘e Ponte Persica notò un cunicolo, sottostante i gradoni della cella in cui era insieme a Giuseppe Autorino.

I due seguirono il cunicolo che portava diritto in strada: dopo due anni di latitanza Ferdinando Cesarano raccontò di essersi accorto della “via d’uscita” dopo aver fatto cadere un pacchetto di sigarette e di essersi allontanato dopo aver rubato un’auto. “Dietro la gabbia dove mi mettono c’è un bagno con una finestra che ha delle piccole sbarre. Se si tagliano le sbarre la sera prima me ne vado tranquillamente”. E’ il contenuto di uno dei “pizzini” – che venivano recapitati fuori dal carcere grazie a due agenti della polizia penitenziaria corrotti – trovati nel piazzale nei pressi dell’area “biancheria”. Gli investigatori hanno scoperto che senza dubbio la grafia era quella del 38enne “Tonino ò guerriero”.

Chiedeva la collaborazione di due suoi uomini, Agostino Cascone e Francesco Solimene anche loro finiti in manette nel blitz di mercoledì mattina portato a termine dai carabinieri della compagnia di Castellammare, coordinati dal maggiore Gennaro Cassese e dal tenente Carlo Santarpia. Nel 2009 Inserra, dopo essere stato arrestato per una tentata estorsione ad un commerciante del mercato dei fiori di Pompei, aveva progettato di fuggire nel corso di un’udienza che si doveva tenere presso una delle aule del Tribunale di Castellammare di Stabia.

Il 38enne voleva emulare il boss Nanduccio ed uscire dal carcere per avere più potere sul territorio. Tra gli altri pezzi di carta sequestrati anche il libro mastro della cosca: Inserra decideva l’ammontare degli “stipendi” per gli affiliati e chi aveva la priorità. All’interno oltre ai nomi e relative “mensili” degli affiliati anche chi doveva essere taglieggiato. Imprenditori edili, commercianti di fiori ma anche i bar dove c’erano le “macchinette”, le slot machines.


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