Giornata della “Colletta Alimentare”: al Sud 1 abitante su 3 è a rischio povertà

Giornata Mondiale della povertà. Povertà


Si rinnova questo sabato la giornata della “Colletta Alimentare”  che vedrà impegnati circa 140.000 volontari divisi in 12.000 supermercati che proporranno ai clienti una donazione di alimenti a lunga conservazione.

L’obiettivo è quello di aiutare 1.560.000 persone bisognose in Italia, di cui quasi 135.000 bambini fino a 5 anni, distribuiti in 8.100 strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza). In Italia la povertà assoluta coinvolge circa 5 milioni di persone (per l’esattezza 4.700.000), delle quali 50.000 versano in uno stato di indigenza assoluta.

Il dato è quello più alto dal 2005, desta preoccupazione anche il fenomeno della “povertà relativa”,  in rapido aumento: i nuovi poveri sono lavoratori (compresi impiegati o commercianti) che sono stati risucchiati dalle dinamiche della crisi economica. Se il quadro della povertà distribuita nella penisola è desolante quello che riguarda il Sud è disastroso: lo Svimez ha calcolato che “Oltre un terzo dei meridionali è a rischio povertà”, parole del vicedirettore dell’Ente, Giuseppe Provenzano, quando furono illustrate le anticipazioni del rapporto 2017 dal quale si evince che nel 2016 “circa 10 meridionali su 100 sono in condizione di povertà assoluta,contro poco più di 6 nel Centro- Nord”. Sicilia (39,9%), Campania (39,1%) e Calabria (33,5%) le regioni messe peggio, non a caso sono anche le regioni che più di tutto stanno vivendo, ormai da anni, un’emorragia continua di residenti che emigrano al Nord o all’estero in cerca di lavoro.

Le difficoltà economiche di molte famiglie meridionali peraltro sono acuite dai tagli al sistema del Welfare pubblico, sempre dal rapporto 2017 dello Svimez si apprende che in seguito ai tagli non si riesce “a controbilanciare le crescenti diseguaglianze indotte dal mercato, in presenza di un welfare privato del tutto insufficiente al Sud”. Numeri che destano tante preoccupazioni, soprattutto alla luce che le previsioni al momento più ottimistiche indicano che il Sud potrebbe riaggangiare i livelli pre-crisi solo nel 2028.


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