Il Senato ricorda Paolo Borsellino, ai leghisti non importa: quasi tutti assenti


Il 19 luglio 1992 un attentato provocava la morte di Paolo Borsellino e della sua scorta. Ben 90 chilogrammi di tritolo sconquassarono via D’Amelio e fecero tremare di paura tutta la città di Palermo. Giovanni Falcone era morto poche settimane prima, sull’autostrada in direzione di Capaci: a ucciderlo sempre gli esplosivi azionati a distanza.

Morti di cui si è parlato tanto, ma che non sono state chiarite. Secondo i magistrati a provocarle non sono stati solo gli interessi della mafia, ma anche quelli di alcuni politici che hanno cercato di sabotare in ogni modo la verità.

Mercoledì 18 luglio, due giorni fa, il Senato ha ricordato il sacrificio di Paolo Borsellino. Un momento che avrebbe dovuto unire tutti gli onorevoli, eppure a molti non interessava. Lo spicchio di aula riservato agli esponenti della Lega Nord era infatti praticamente vuoto, se non fosse per pochi di essi, tra cui Roberto Calderoli (in foto si trova in alto, al centro, ed è in piedi).

Ma non è tutto: quello della Lega Nord è stato l’unico gruppo che non ha preso parola. Un comportamento che mostra un menefreghismo assurdo e fastidioso nei confronti di un eroe nazionale. Salvo poi riempirsi la bocca di parole come “giustizia” e “legalità”.

La foto ha fatto il giro del web e nessuna delle circostanze è stata smentita dalla Lega Nord.


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