Il Carnevale e la sua tradizione: le castagnole


È opinione di tutti che “sta per arrivare il Carnevale”. Nella realtà questa festa è iniziata il 17 gennaio, giorno in cui si festeggia Sant’Antonio Abate, festività durante la quale si preparano, per il rogo, gli alberi di natale. Questo rituale ha un valore fortemente purificatorio, in ricordo delle piaghe comparse sul corpo del Santo durante la lotta contro il demonio. A conclusione, dunque, proponiamo un’ultima bontà tradizionale: le castagnole.

Le castagnole, il cui termine è dovuto alla piccola dimensione e all’analoga forma del frutto dei castagni, sono dolci carnevaleschi provenienti soprattutto dal Veneto, dall’Emilia Romagna e dal Lazio; ma si rileva una forte presenza anche in alcune località meridionali, in particolare in Campania. Questo sfizio, per lo più fritto e zuccherato, ha origini antiche, ma non antichissime, secondo le fonti pervenuteci; infatti, oltre ai più moderni ricettari ottocenteschi, sono presenti ben quattro ricette diverse, che portano il nome di Castagnole (di cui una con cottura al forno), già in un manoscritto di fine ‘700, trovato da Italo Arieti negli Archivi di Stato della città di Viterbo.

Ma si suppone che, di castagnole, si parlasse già nel 1692, attraverso le ricette del Latini, cuoco, tra gli altri, della casa reale dei D’Angiò, e nel 1684, con il Nascia, cuoco della Casa dei Farnese: entrambi scrissero di struffoli (termine che, col senno di poi, è oggi usato spesso come sinonimo di castagnole) alla romana, la cui descrizione corrisponde perfettamente a quella della delizia in questione.

La ricetta, può avere delle varianti: cottura in olio bollente o cottura al forno; ripiene di panna o crema, o del tutto semplici; ricoperte di miele o zucchero etc.

 


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