Napoli, “sfregio” alla Chiesa del Purgatorio: la cancellata non è stata rubata


Ieri pomeriggio sono passato e sono rimasto di stucco vedendo che la cancellata che stava qui da 300 anni era stata segata alla base“, comincia così la denuncia del professore Vincenzo Rizzo, adirato – come l’intero Comitato Portosalvo, di cui si è fatto portavoce – per il presunto scempio commesso ai danni di una delle più storiche chiese di Napoli, quella di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, in via dei Tribunali. Divelta, infatti, la cancellata dell’edificio conosciuto dai più come chiesa delle “capuzzelle”.

Da mesi soggetta ad operazioni di restauro la chiesa era stata, secondo il comitato, oggetto di un furto in piena regola dato che “tutti i piperni della scalinata su cui si inseriva il cancello sono spostati e danneggiati e in alcuni punti mancano anche dei pezzi del marmo che nessuna opera di restauro può giustificare“, spiega ancora il professor Rizzo.

Lo stesso spiega, poi, che alcuni abitanti della zona avrebbero effettivamente visto degli uomini segare la cancellata della chiesa del Purgatorio e caricarla su un camion per portarla via, “ma ovviamente non c’è nessun cartello che spieghi quanto è accaduto e perché è stata fatta questa operazione“.

La cancellata era opera di Carlo Schisano, il gioielliere che la realizzò nel 1751 e che quindi aveva anche un gran valore storico e artistico“, ribadisce un esterrefatto professor Rizzo.

È lo stesso staff dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco Onlus, tuttavia, a smentire l’ipotesi di furto spiegando cosa in realtà è successo:

“I lavori ai quali è stata sottoposta la cancellata erano urgenti ed indifferibili in quanto i piantoni erano completamente ossidati e consumati, al punto da essersi quasi distaccati da non poter più sostenere il peso della cancellata, così costituendo un imminente e reale pericolo per la pubblica e privata incolumità. I lavori sono stati autorizzati dalle autorità preposte e i costi dei lavori sono interamente a carico dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco Onlus”.

Non si è perciò trattato di furto, per fortuna, ma di un’operazione mirata al recupero della cancellata.


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