Un incendio distrusse il San Carlo: 300 giorni dopo divenne il più bello d’Europa


Il San Carlo è una delle eredità più belle e preziose che la dinastia dei Borbone delle Due Sicilie ha lasciato al popolo napoletano. Infatti il Teatro San Carlo è più antico teatro d’opera d’Europa, e quindi del mondo ancora in attività, essendo stato solennemente inaugurato il 4 novembre 1737.

Data l’eleganza della sua struttura architettonica fu modello di riferimento per la costruzione di altri teatri della stessa tipologia, che sono sorti in tutto il continente europeo. Sulla medesima linea delle grandi opere architettoniche volute dalla dinastia borbonica, su tutte le bellissime regge, il teatro divenne uno dei simboli di Napoli che assurse al rango di una delle più prestigiose ed importati capitali del tempo.

Dopo la prima decade dell’Ottocento erano previsti dei lavori di ampliamento che vennero affidati ad Antonio Niccolini. Proprio a ridosso di tali ristrutturazioni, la notte del 12 febbraio 1816, il teatro venne devastato da un terribile incendio. Le cause di tale sciagura vennero fatte risalire al fuoco di una lanterna lasciata accesa durante le prove di uno spettacolo. La combustione fu di considerevole portata visto che distrusse tutti gli interni del teatro e lasciò intatte solo le mura perimetrali. La gente, allertata dalle fiamme, accorse nel vano tentativo di spegnere il rogo a causa del quale venne mobilitato anche l’esercito.

Col decreto reale del 22 febbraio 1816 Ferdinando I formò una commissione atta alla sovrintendenza dei lavori di ricostruzione che vennero ultimati con una rapidità ed un’efficienza sbalorditive grazie anche alla sapiente guida dello stesso Nicolini. A meno di un anno esatto di distanza, il re poté nuovamente entrare nel San Carlo rinnovato e capace, come l’araba fenice, di rinascere dalle proprie ceneri: era il 12 gennaio del 1817.

La nuova inaugurazione abbagliò tutta la scena intellettuale europea, tanto che il celebre scrittore Stendhal ebbe a scrivere: Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare… Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ‘ha ricostruito il San Carlo!’”.

L’incendio del 1816 fu sicuramente un duro colpo per la monarchia napoletana in quando minacciò seriamente uno dei gioielli più preziosi della sua corona. La rifioritura del San Carlo divenne un imperativo categorico che venne rispettato grazie alla dedizione e al talento degli artigiani del Regno, i quali misero a disposizione le proprie capacità per quello che era divenuto l’emblema della grandezza della loro capitale.

Si dice che la bellezza del teatro, già prima dell’incendio, fosse stupefacente e difficilmente eguagliabile. È evidente che le capacità tecniche ed umane di chi aveva effettuato i lavori, diedero origine ad un vero e proprio miracolo architettonico che ha restituito ai contemporanei e a noi, una delle più strabilianti meraviglie del nostro Mezzogiorno.

Fonti:
http://www.teatrosancarlo.it


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