Napoli, fanno spacciare droga ai figli: i giudici gli tolgono la patria potestà


Napoli – Dopo circa due anni di indagini e di intercettazioni telefoniche sono stati condannati i genitori che utilizzavano i loro figli come spacciatori nella zona di Santa Lucia. Tutto è cominciato nel 2015, come conferma il Corriere del Mezzogiorno, quando venne intercettata una telefonata in cui una bambina affermava di aver chiuso già ventisei bustine contenenti delle palline (dosi di droghe). Bambini costretti non solo a confezionare le dosi, ma utilizzati anche come missionari di consegna in qualsiasi ora del giorno e della notte.

Per fortuna la Procura e il Tribunale hanno messo fine a questo scempio. Ieri infatti il giudice Federica Colucci in udienze preliminari ha condannato tutti gli imputati a venti anni di reclusione togliendo a tutti la patria potestà sui propri figli. I minori sono stati messi in salvo in strutture protette lontane dalla Campania aiutati da uno staff di psicologi, sociologi e insegnati.

Il loro percorso di recupero sarà lungo, soprattutto perché a causa del loro lavoro di spaccio non hanno potuto frequentare assiduamente la scuola dell’obbligo e alcuni di loro non riescono nemmeno a parlare adeguatamente in italiano. Gli è stato concesso solo di mantenere i contatti con i nonni, che possono sentire telefonicamente una volta al mese e non più di trenta minuti.

Inoltre ieri sono stati arrestati alti personaggi che gestivano la zona di spaccio di Santa Lucia, Adriana Blanchi, Giulia Elia, Anna De Muro, l’ex pentito Bruno Pugliese e i fratelli Antonio e Ciro Elia.


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