Elena Vitagliano, prima mangaka napoletana a lavorare per il Giappone


Elena Vitagliano è la prima mangaka napoletana a lavorare per una casa editrice giapponese. La fumettista made in Napoli è laureata in lingue all’Orientale di Napoli. Elena da anni vive a Londra e ci ha raccontato del prestigioso premio che ha vinto grazie ad aver partecipato al Silent Manga Audition:

“Il premio che ho vinto si chiama Silent Manga Audition, è un concorso internazionale organizzato in Giappone aperto a tutti gli stranieri. Sono la prima donna in Europa che ha vinto questo concorso internazionale.” Elena Vitagliano ha trionfato con il suo Silent Manga intitolato The Cruelest Rule (La regola più crudele). E’ la storia di un atleta che al nastro di partenza si trova a scegliere se fare o meno la cosa giusta (per leggere il manga basta andare qui).

Elena ci ha parlato dei giudici del Silent Manga Audition, due mostri sacri a tutti noti in Italia: “I giudici di questo concorso, che hanno reso possibile questa mia vittoria, sono autori molto conosciuti anche in Italia come Hojo Tsukasa (Occhi di gatto) e Hara Tetsuo (Ken il guerriero).” La fummettista napoletana ci ha parlato dei suoi nuovi lavori e della collaborazione che ha ottenuto grazie alla vittoria del prestigioso premio:

“Dopo questa vittoria adesso faccio parte della casa editrice Coamix, come autrice, e stiamo lavorando a delle storie brevi. Oltre queste storie brevi ce ne sarà una più lunga, è un one shot (storia autoconclusiva), tra l’altro sarà ambientata a Napoli e se tutto andrà bene faremo una serie.”

Elena Vitagliano ci ha infine raccontato della sua nuova opera in esclusiva per il Comicon: “Con il permesso della casa editrice giapponese ho fatto una raccolta di tutte le storie silent, senza parole, si tratta di un’edizione limitata stampata in esclusiva per il Comicon 2018 che è possibile ordinare contattandomi sulla mia pagina fb o venendo qui al Comicon in questi giorni.

Il titolo di questo manga silent l’ho chiamato come l’onomatopea di quando si invita a fare silenzio a qualcuno, l’ho chiamato “Shushhh!”


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