Ristoranti nella Reggia di Portici: il capolavoro di re Carlo può diventare pizzeria


Un progetto innovativo e finalizzato al recupero di un patrimonio artistico, pressoché abbandonato a se stesso, è quello che ha coinvolto la Reggia di Portici. La struttura, magnifica e mastodontica, fu commissionata da Carlo di Borbone.

Con questa delibera approvata dal consiglio della Città Metropolitana e dall’Ente del Patrimonio locale, sarà possibile affittare a privati alcuni locali del primo piano, per attività commerciali per un tempo massimo di 12 anni. Nel testo si specificano anche alcune delle attività imprenditoriali che potranno essere ospitate. Non solo quelle di matrice enogastronomica e alimentare, come caffè, ristoranti, bar, vinerie e vendita di prodotti tipici locali, ma anche altre attività come agenzie di viaggi o librerie.

I locali, che sono 12, destinati all’affitto necessitano di lavori di ristrutturazione. Per tale motivo la Città Metropolitana ha deciso di attuare un notevole sconto sul prezzo dell’affitto. Pari al 90% di sconto per il primo anno, una percentuale che diminuirà fino al settimo anno. Dal settimo anno fino al dodicesimo anno, la cifra dell’affitto verrà sborsata a prezzo pieno.

Il prezzo dell’affitto verrà stabilito con un’asta a cui parteciperanno tutti gli eventuali affittuari, e si parte da un base di circa 9 mila euro fino ad arrivare ad un massimo di circa 19 mila euro all’anno.

Tutti coloro interessati, avranno tempo fino al 10 ottobre per presentare la domanda.

Un’iniziativa imprenditoriale che per alcuni è geniale. In questo modo sarà infatti possibile riportare ad uno stato dignitoso questi locali, che versano nel degrado. L’apertura di attività commerciali potrebbe richiamare molto pubblico, che potrà così conoscere e visitare una delle tante strutture storiche e artistiche, ancora poco conosciute, che la nostra regione vanta.

Dall’altra parte c’è il rammarico di dover snaturare un luogo così meraviglioso perché lo Stato non mette i soldi necessari a salvare un gioiello che, altrove, sarebbe sicuramente più rispettato e valorizzato.


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