Alessandra Clemente a Torre Annunziata: “La camorra si vince dando lavoro ai giovani”


A pochi giorni dal ventennale dell’omicidio di Silvia Ruotolo, avvenuto a Napoli l’11 giugno del 1997, per mano della camorra, incontriamo durante una sua visita a Torre Annunziata Alessandra Clemente, Assessore alle Politiche giovanili del Comune di Napoli, figlia di Silvia Ruotolo.

Assessore tra qualche giorno saranno 20 anni dall’omicidio di sua madre per mano della camorra. In tutti questi anni cosa è cambiato a Napoli nella lotta alla Criminalità organizzata?
Sicuramente tante ferite non sono rimaste invano, sono sapute diventare riscatto non soltanto mio e della mia famiglia ma di tanti altri familiari. Credo che questo impegno sia prezioso e che sia un punto di partenza importante non soltanto per noi stessi, ma anche per le persone per bene.

Napoli e Torre Annunziata, ma come anche tante città, vivono questa enorme piaga. Cosa si può fare per far sì che tanti giovani non si avvicinino alla mala vita?
Non perdere neanche un fondo europeo legato alla programmazione che vede i giovani protagonisti di percorsi di formazione, di auto impiego, di opportunità lavorative. Ma anche di rifunzionalizzazione degli spazzi pubblici, su questo essere competitivi è uno degli ingredienti fondamentali per mettere in campo quella risposta complessa ad un problema complesso.

Proprio qualche settimana fa è venuto a Torre Annunziata Luigi Leonardi, imprenditore che con la sua storia ha sconvolto soprattutto i tanti giovani che l’hanno ascoltata. Quanto è importante parlarne e portare delle testimonianze così forti di persone che ancora oggi combattono la camorra?
Sono testimonianze di consapevolezza e soltanto le persone consapevoli possono essere persone libere. In questo modo i ragazzi diventano liberi di valutare, di farsi delle proprie idee e di decidere avendo parte e prendendo parte ad uno sviluppo della propria città. Torre Annunziata cambia in base al nostro modo di viverla, non ci sarà qualcuno con la bacchetta magica che la cambierà. Ognuno di noi può contribuire e, tra l’altro, è previsto anche dalla nostra Costituzione che ogni cittadino debba contribuire allo sviluppo locale dei territori. Votare è un primo passo fondamentale ma non finisce tutto l’11 giugno, o il giorno di qualche altra città se c’è un’altra elezione o se c’è il ballottaggio, ma ogni giorno abbiamo bisogno dell’impegno concreto di tutti.

È di questi giorni la notizia che la Cassazione potrebbe valutare la scelta di scarcerare Totò Riina per il “diritto di morire dignitosamente”: cosa ne pensa?
Io penso che la vita mi abbia messo duramente alla prova. Non so se ho superato tutto questo e non so quali possono essere i parametri per capire come è possibile superare tutto questo. Quello che so è che io ci sono sono qui e sicuramente io sto meglio delle persone che hanno ucciso mia mamma, questo è quello che mi sento di dire rispetto ad una mia esperienza personale e che quindi possiamo applicare a tanti casi simili.


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