Le mogli dei boss del clan Gionta: “Dovete fare più estorsioni. Vogliamo più soldi”


Ieri mattina un blitz dei carabinieri di Torre Annunziata ha portato all’arresto di 12 persone appartenenti al clan Gionta, smantellandolo di fatto quasi ai vertici, visto che in manette sono finiti anche due reggenti. Oggi il Mattino apre una finestra sulla vita all’interno del clan, dove a comandare e a batter cassa sono soprattutto le donne, mogli spesso di ergastolani: “I nostri mariti hanno fatto la storia del clan, sono quelli che hanno conquistato i soldi dei negozianti. Dovete darvi da fare con le estorsioni, dovete aumentarci lo stipendio”.

Queste donne si presentavano a casa dei due boss Della Grotta e Amoruso (arrestati ieri) chiedendo più soldi, un trattamento adeguato all’importanza del proprio marito.

La maggior parte del denaro proveniente dalle estorsioni, infatti, viene utilizzato proprio per il sostentamento delle famiglie degli affiliati, ancor più in presenza di detenuti. Ma secondo l’Antimafia, i Gionta avevano drasticamente tagliato gli stipendi degli ergastolani e delle loro famiglie nelle precedenti gestioni, dando maggiori privilegi a chi partecipava più attivamente alla causa del clan.

All’epoca di Aldo Gionta, però, le donne avevano un ruolo molto più importante, tanto che la suocera, la moglie e la figlia del boss poeta finirono in un’inchiesta sulla gestione della cassa del clan.

E quelle stesse donne che chiedevano più estorsioni e quindi più guadagni, ieri inneggiavano agli arrestati con cori e baci all’esterno della caserma di Torre Annunziata, in via dei Mille.

Le solite scene di degrado a cui, purtroppo, siamo ormai abituati.


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