Calcio, che passione: l’artista di Torre del Greco che ha conquistato l’album Panini


Torre del Greco. Una personalità poliedrica, dai mille interessi e talenti, quella di Francesco Fortunato. Psicoterapeuta per professione e cantante lirico per hobby, ha saputo fare di necessità virtù adoperando l’immenso potere del binomio musica-condivisione a fini psicoterapici. Ma non è né l’impegno di analista né l’amore per il bel canto ad averlo inserito di diritto nell’Olimpo delle eccellenze coralline: Francesco è infatti il vincitore del contest Panini “Disegna il tuo Campione”.

La sua caricatura dell’attaccante della Fiorentina Nikola Kalinic ha infatti sbaragliato la concorrenza di seicento partecipanti e sarà inserita nell’album da collezione 2016-2017. Ma il campione Kalinic non è l’unica creatura uscita dalla sua matita: la passione per il calcio, il talento per il disegno e una grande fantasia hanno infatti prodotto moltissimi bozzetti di mascotte e calciatori, che saranno esposti in una personale presso l’ex Palestra Gil di Via.Vittorio Veneto. La mostra “Il calcio, che passione!” inaugurata sabato 4 marzo e promossa dall’associazione “Teatro Ragazzi”, resterà aperta fino a sabato 11, dalle ore 9.30 fino alle 13 e, nel pomeriggio, dalle 17 fino alle 20. Dell’evento e di tanto altro, abbiamo parlato in anteprima con Francesco.

Panini Contest Totti
Come è nata l’idea della mostra?
“È stata la conseguenza diretta della vittoria del contest firmato Panini. È stato naturale, con la partnership della Panini e della Lega Calcio, desiderare di promuovere in grande stile le mascotte e le caricature. A questo proposito ringrazio vivamente la presidenza della Panini e la presidente dell’Associazione Teatro, che mi ha dato una mano”.
La passione per il calcio è diventata un talento coltivato che ti ha permesso di approdare a una vittoria prestigiosa come l’ingresso nello storico album Panini. Come è accaduto che un hobby da ragazzi sia diventato così importante?
“È sempre stato più di un hobby per me. Come tutti i ragazzi giocavo con le figurine, avevo solo tre anni quando ho scoperto il fantastico universo della Panini. Da allora ho sempre completato l’album delle figurine, come tutti i ragazzi. Poi il gioco ha iniziato ad andare di pari passo con la passione per il disegno. Ho cominciato a collaborare con tanti brand e creato diversi gadgets calcistici. Ho sempre disegnato campioni e mascottes di tante squadre nel tempo libero. Poi l’ammissione al contest e la gioia enorme, inaspettata della vittoria”.
Tutti hanno, tra i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, una partita a soffio o a schiaffo con gli amici. Vale anche al giorno d’oggi? Non è anacronistico, in riferimento ai ragazzi e ai bambini del mondo contemporaneo abituati ai videogames e alla tecnologia, il gioco delle figurine? 
“Assolutamente no. Magari è meno diffuso di un tempo, considerata anche la vastità degli svaghi che si hanno a disposizione oggi, specialmente quelli di matrice tecnologica ed informatica. Ma è ancora un gioco caro agli adolescenti così come agli appassionati e ai collezionisti di tutte le età. Senza di loro, non ci sarebbero album né caricature. È la loro passione a renderli storici. Tra l’altro proprio qui, sul territorio della nostra Città del Corallo, scambiarsi le figurine è un’abitudine particolarmente radicata: basta farsi un giro per Piazza S.Croce la domenica mattina per vedere capannelli di giovani e meno giovani, semplici amatori del calcio o ferventi collezionisti che giocano. E si divertono un mondo”.

Contest Panini Napoli
Da psicoterapeuta, che valenza sociale ritieni abbia il gioco delle figurine?
“Premetto che non ho mai esteso il gioco del calcio e delle figurine al mio lavoro di psicoterapeuta. La parte psicoterapica la integro con la musica, che ha effetti miracolosi. Ma da esperto confermo che scambiarsi le figurine ha un valore sociale fortissimo: quando si gioca, ci si relaziona. In modo sano ed immediato. Non ha importanza chi sia l’altro, quanti anni abbia, di che colore ha la pelle o che mestiere fa: conta solo il gioco, smaltire i doppioni, accaparrarsi la rarità, il tassello mancante per finire la collezione. Divertendosi mentre lo si fa. Il gioco delle figurine è davvero l’ultima frontiera delle relazioni sociali: cementifica i rapporti interpersonali tra bambini, ragazzi e adulti di vari ceti. E li avvicina al mondo reale e all’amicizia, allontanandoli dalla virtualità che è effimera, oltre che spesso pericolosa”.
Progetti futuri?
“Per ora continuerò il mio impegno di psicoterapeuta e cantante. Chissà, alla musicoterapia potrei aggiungere il disegno e le figurine, ma per ora è solo un’idea. Mi piacerebbe un progetto che abbia come punto di partenza la scuola. Nel frattempo però invito vivamente tutti gli studenti di Torre del Greco e comuni limitrofi a raggiungermi alla mostra. Uno degli intenti originari dell’esposizione era proprio quello di coinvolgere loro. Sarò felice di aiutarli a farsi un’idea della coloritura e delle altre fasi. Vedere da vicino i bozzetti, toccare con mano il mondo della Panini e dei loro campioni. Spero davvero che quanti più ragazzi la vengano a vedere”.


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