Privatizzato il cimitero di Torre del Greco: in arrivo 10mila loculi e un forno crematorio


Torre del Greco. Ok all’esternalizzazione per cinque anni dei servizi cimiteriali: da oggi i privati si occuperà della pulizia, della manutenzione e delle seppelliture al camposanto. Approvati dal consiglio comunale la privatizzazione del camposanto e i due project financing per l’ampliamento dei suoli: ci sarà la costruzione di 10mila loculi nuovi e di un forno crematorio. Per l’assessore Antonio Spierto “in città ci sono 31200 famiglie e appena 15mila loculi assegnati, ne servono altri”.

Tante le reazioni politiche. “E’ un provvedimento motivato dalla convenienza economica ma mancano i dati reali sul risparmio”, obietta Ludovico D’Elia (M5S). Per il caprogruppo del Pd, Salvatore Romano “è emergenza cimitero: furti tra le tombe, mancanza di personale, carenze igieniche e strutturali. La privatizzazione è una pietra tombale sul camposanto”. Rincara la dose Giovanni Palomba di Ncd-Udc: “E’ giallo sui numeri della manovra: in commissione ci hanno detto che nel settore sono impiegati 19 lavoratori per 320mila euro annui” mentre per Ciro Piccirilo (La Svolta) “il personale è di 20 unità per 580mila euro. Molti andranno in pensione per cui rimarremo senza operai al camposanto: di qui la necessità di esternalizzare”.

Replica ancora Romano che dice che “soltanto oggi scopriamo che mancano i seppellitori: ci vuole rispetto per vivi e per morti”. Alfonso Ascione sostiene che è “assurdo prevedere due progetto di finanza diversi, uno per i loculi, l’altro per il forno crematorio. Meglio accorpare ed evitare conflitti di gestione tra più privati con tre aziende tra le tombe”. Ma per il primo cittadino “affidare il camposanto ai privati è garanzia di efficienza e contenimento dei costi”. La privatizzazione passa e Annalaura Guarino propone un emendamento per “prorogare il contratto in corso nelle more dell’esternalizzazione: così eviteremo di bloccare le attività”. Nonostante l’opposizione dell’avvocato del Pd, Michele Polese anche la proroga passa ma ora l’ultima parola spetterà al dirigente del settore che dovrà pronunciarsi sulla legittimità.


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