Camilla Semino Favro, l’attrice torrese sbarca su Sky: ecco in quale fiction potete vederla


È approdata su Sky 1993-La Serie, attesissimo sequel di 1992, la fiction rivelazione di e con Stefano Accorsi ambientata, come si evince dal titolo, proprio nel biennio che ha cambiato il Paese. Sei personaggi guidati da vendetta, riscatto, amore, ambizione si muovono sul burrascoso confine tra Prima e Seconda Repubblica.

Le loro vicissitudini si intersecano venendone significativamente influenzate da quelle dei più famosi personaggi balzati agli onori della cronaca di quegli anni, che la valanga Tangentopoli rese più avvincente di qualunque fantasia. Tra le new entry del cast, una in particolare magnetizza l’attenzione del telespettatore fin dai primi fotogrammi: è Camilla Semino Favro. L’attrice, nata a Torre del Greco, impersona Eva, uno dei personaggi forse più sorprendenti e meno lineari, che il suo vissuto rende affascinante ed estranea a qualunque classificazione, eterea e combattiva al tempo stesso.

È Camilla stessa a raccontarcela, insieme alla passione per il suo lavoro, alle origini partenopee e molto altro. Dalla finzione di Eva scopriamo la vera Camilla, professionista in ascesa e giovane donna solare, ironica e auto ironica come spesso solo i napoletani sanno essere, ambasciatrice perfetta del brio, del talento e della bellezza partenopei.

-In 1993 interpreti Eva, una ragazza sieropositiva che aiuta uno dei personaggi, malato come lei, ad affrontare con un approccio nuovo questa realtà. Come è stato misurarsi con un dato di fatto controverso e difficile come la malattia?
È sempre molto difficile rapportarsi con personaggi che sono in contatto con la malattia, che sia l’Hiv o un altra. Da parte mia c’è sempre un grande rispetto per questo tipo di realtà e anche una non conoscenza di base. Mi sono resa conto, approfondendo l’argomento, di essere veramente molto disinformata in merito. È stato in primis un modo per capire davvero , per la prima volta, una dinamica così diffusa su cui purtroppo non c’è molta consapevolezza e informazione. Ho sentito molto la responsabilità di questo ruolo, in questi casi vien sempre paura di sbagliare.

Che tipo di personaggio è Eva?
Eva è un personaggio che gli sceneggiatori hanno delineato in maniera molto chiara. Mi sono adeguata alla linea che loro desideravano, di cui abbiamo discusso molto tutti insieme. Eva è una che si impone parecchio, decide lei cosa vuole fare e cosa vuole che facciano gli altri. Vuole Pastore, va a prenderselo sul luogo di lavoro, lo porta a Torino.. insomma è anche piuttosto sfacciata. Apparentemente sfacciata. È il suo modo di difendersi, da sé stessa, dal mondo dalla malattia. È una fisionomia così particolare che io stessa la sto scoprendo davvero solo adesso, guardando le puntate. Rivedendomi ho ritrovato un personaggio che quasi non mi rendevo conto stesse venendo fuori durante le riprese. Spesso solo a lavoro finito lo realizzi davvero. Spero che il pubblico guardando le puntate ne percepisca la profondità. Di lei mi piace questo suo essere perennemente in bilico tra un atteggiamento incredibilmente sicuro di sé e sfacciato e una grande fragilità. Lo schermo che li divide si romperà, a metà della stagione. E lei avrà la forza di accogliere questo errore che la farà cadere completamente e da li saprà ripartire. O almeno, tenterà di ripartire da zero. È una cosa molto bella, lei stessa farà delle cose molto belle, mi auguro che soprattutto questo venga fuori del personaggio, il fatto che accolga anche un grande errore come occasione di riscatto.

Quanto ti somiglia?
Non saprei. Forse in quel suo essere così pasticciata. Lei è un pò un pasticcio, si vede, no? A volte è buffa, a volte vuol essere sensuale, alle volte è un po aggressiva…spesso invece é solo molto fragile. Non sa nemmeno lei come si vuole porre, succede a tutte. E credo sia bellissimo, anche se succede nella realtà. Questo la rende autentica e fa di lei un personaggio molto ricco.

Tu sei nata a Torre del Greco. C’è qualcosa in particolare che ricordi della nostra città? E del Sud in generale?
Si, io sono nata a Torre del Greco. Ci ho vissuto da piccola, prima che la mia famiglia si trasferisse al Nord. I miei ricordi più vividi di bambina sono ambientati a Torre, ricordo il palazzo in cui vivevo e i nostri vicini. Un altro luogo che mi è caro è Monte di Procida, dove andavo spesso con la mia famiglia, perché lì avevamo tanti amici. E poi, naturalmente, Napoli. I miei nonni vivono tra lì e Genova, ho inconfondibili origini “di giù”.

Cosa ti manca del Sud?
Avendo vissuto da bambina al Sud e avendo trascorso l’adolescenza a Genova, sono sempre stata abituata al mare. Vivendo ora a Milano, è la cosa che mi manca di più. Anche solo poterlo vedere, sentire, sapere che c’è a portata di mano. Mi manca davvero molto.

Molti dei napoletani celebri che ci è capitato di incontrare dichiarano che anche fare a meno della cucina napoletana è difficile. Confermi il trend o essendo cresciuta lontano da qui ne senti meno la mancanza?
Io son cresciuta in una famiglia che poi di fatto è diventata Ligure. Ma sono abituata al fatto che i miei nonni ogni Natale da giù portano un sacco di cose tipiche, il Natale diventa del Sud a casa nostra e io mi faccio la mia settimana annuale in cui mi nutro di fantastico cibo del Sud che di solito non vedo. E devo dire che anche se ormai qui a Milano si trova tutto mangiare queste cose a Napoli o cucinate da un napoletano ha tutto un altro sapore.

Progetti di tornare? Ti piacerebbe lavorare in una produzione ambientata qui?
Assolutamente sì! A Napoli del resto ho appena lavorato, ci son stata per un mese e mezzo, ho lavorato in teatro al Bellini e ci son stata benissimo. A breve ci tornerò per il Napoli Teatro Festival. Fosse per me, tornerei ogni volta a Napoli a lavorare, mi piace moltissimo e mi ci trovo splendidamente.

Sei nel cast di “Amori che non sanno stare al mondo” di Cristina Comencini. Ci racconti qualcosa di questo personaggio? Quali sono per te gli amori che non sanno stare al mondo?
Questo film, tratto dall’omonimo libro, è una grande storia d’amore tra due persone che si amano terribilmente e che poi però si dividono. Ognuna delle due prende la sua strada, entrambi incontrano un’altra persona, per lui è una sua allieva, molto più giovane, completamente diversa dalla donna con cui stava prima , e con lei si sposerà nonostante gli resti un grande, enorme amore per la persona con cui stava precedentemente. C’è una grande sofferenza di base, il mio personaggio, che è appunto il secondo amore del protagonista, la vive in modo abbastanza ignaro. Non conosce e non capisce fino in fondo la storia e il passato di lui con l’altra donna.
Evidentemente un amore che non sa stare al mondo è un amore che pur esistendo, fortissimo, non resiste nel tempo perché distrugge sé stesso. L’amore c’è ma non si riesce a stare insieme, ci si massacra. Forse succede nel caso di due caratteri troppo forti, due teste che si scontrano, due grandi intelligenze come nel caso dei protagonisti del film che sono due intellettuali. Si sono scontrati, più che incontrati, e poi divisi. Poi lui incontra il mio personaggio che rappresenta un cantuccio forse un po più rassicurante. Rassicurante ma allo stesso tempo misterioso, come misterioso e un po’ incomprensibile è il motivo per cui alla fine quest’uomo, nonostante il passato, finisce con questa ragazza.

Progetti futuri?
Mi piacerebbe continuare a lavorare sul personaggio di Eva, come i miei colleghi che hanno lavorato nell’arco di un anno su di un personaggio che poi si ritrova, evoluto, nella stagione successiva. Vorrei continuare a percorrere questa linea, stare a vedere che succede, capire quante altre cose posso scoprire di lei. E poi , naturalmente, sarò a Napoli per il Napoli Teatro Festival!


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