Torre del Greco. Termina la terribile estate di caos e abusi in Litoranea


La pietra tombale sulle prospettive di un rilancio del turismo a Torre del Greco è stata posta dal Carnevale Estivo. L’evento che ha richiamato migliaia di persone in Litoranea ha rappresentato la trasposizione esasperata di un’idea di valorizzazione del territorio completamente sradicata dalla storia e dalle tradizioni. Su questo terreno è prevalsa per l’intera stagione estiva la prospettiva di un godimento acefalo costruito sulla musica ad alto volume di alcuni stabilimenti balneari, abusi commerciali e uno stato di continuo depredamento di un litorale senza controllo. In estrema sintesi la Litoranea seppur frequentata da migliaia di persone ha confermato i problemi endemici che la affliggono da tempo con le attività commerciali abbandonate dagli amministratori locali ma allo stesso tempo incapaci di offrire uno scenario diverso.

Sopravvive una questione culturale radicata nel tempo. Si continua a sostenere che i turisti e gli avventori mordi e fuggi possano arricchire il territorio solo ballando a ritmo di Despacito. Muore così l’educazione e la cultura alla bellezza, alla sobrietà e ad una dignità scomparsa da tempo. Si tira invece a campare, a rimediare il giorno dopo alla maleducazione estesa, testimoniata dalla spazzatura prodotta il giorno precedente.

Il risultato complessivo è figlio dell’abbandono e di una illegalità diffusa che gode di un largo consenso sociale. Dal parcheggiatore onnipresente nell’isola ecologica ai venditori ambulanti, per finire alle spiagge libere presidiate da uomini e donne che impediscono un auspicabile libero accesso.

Improvvisate azioni repressive e gravi mancanze di controllo hanno fatto il resto, lasciando il lungomare più lungo della provincia di Napoli nel disordine e nell’inosservanza delle regole. Occorre ripensare seriamente ad una trasformazione che possa far leva sulla bellezza del luogo, lasciato colpevolmente a marcire come da deteriore tradizione cittadina. Diviene di vitale importanza per la comunità prendere coscienza dello stato di abbandono e di illegalità nel quale versa l’area. La speranza è che la diffusione di aggiornate consapevolezze e rinnovate prospettive possano aprire la strada al cambiamento per sottrarlo dalle mani di chi negli ultimi anni ha spadroneggiato incontrastato.


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